Evasi nove milioni di euro Sette imprenditori nei guai
MARCON. Due società si occupavano di viaggi turistici e la terza di impianti a energia solare. In comune la scelta di evadere il fisco attraverso società che operano in paradisi fiscali. Sette le persone denunciate tra Marcon e Stra, dalla guardia di finanza di Mestre.
L’operazione “Vacanze solari” ha consentito ai finanzieri di scoprire 9 milioni di euro sottratti a tassazione, 2,7 milioni di Ires e 1,4 milioni di euro di Iva evasi e 10 milioni di euro di fatture false.
Tutto questo è stato scoperto dai militari del “I Gruppo della guardia di finanza” di Venezia a seguito dell’operazione nata da alcune segnalazioni, su assegni sospetti, fatte dalla guardia di finanza di Rimini che stava indagando su alcune banche di San Marino. Nel mirino sono finite due aziende, dello stesso gruppo, di Marcon, una che si occupa di turismo e l’altra di impianti solari e un’agenzia turistica di Stra. Tutte e tre operavano a livello nazionale e internazionale. Ufficialmente, le imprese verificate operavano nel settore del turismo e dell’installazione di impianti fotovoltaici, ma il loro autentico “oggetto sociale” era quello di occultare al fisco gli ingenti ricavi conseguiti.
Basti pensare che, al termine delle attività ispettive, è stata ricostruita una base imponibile sottratta a tassazione pari a oltre 9 milioni di euro, con un’evasione all’Ires di 2,7 milioni e all’Iva per 1,4 milioni di euro.
Il dato più eclatante, però, è l’ammontare delle fatture false utilizzate dalle società: ben 10 milioni di euro di costi fittiziamente documentati, che i soggetti implicati avevano “giustificato”: per oltre 5 milioni con l’acquisto da una società irlandese di un improbabile manuale contenente il know-how per divenire perfetti venditori “porta a porta”. In realtà si trattava di un collage di materiale inerente al settore turismo, “scopiazzate” da vari siti internet; per ulteriori 5 milioni di euro con il pagamento di fantomatiche “consulenze”, mai ricevute, a una società statunitense con sede nel Delaware (paradiso fiscale) e a un’impresa sanmarinese, il cui “amministratore” risultava essere un’anziana congiunta di uno dei responsabili. Attraverso una banca sanmarinese venivano pagate consulenze e servizi vari alle società con sede all’estero, ma come gli assegni venivano versati il correspettivo ritornava alle società veneziane.
Sette persone (quattro uomini e tre donne) sono state denunciate all’autorità giudiziaria al termine dell’operazione. A loro carico, l’accusa di emissione e utilizzo di false fatture e quella di omessa o infedele dichiarazione.
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