«Eutanasia, lasciatemi libera di scegliere»
«Sull’eutanasia, vi prego, lasciatemi libera di scegliere. Voi politici mettete da parte le vostre personali opinioni: siete stati eletti per legiferare per i cittadini tutti, fatelo con coscienza laica, questo è il vostro dovere». A raccontare la propria storia, mettendo a nudo la personale vicenda umana, è Luisa Codato, già assessore, prima depositaria della propria dichiarazione di fine vita al notaio ingaggiato dall’amministrazione comunale marconese e sostenitrice della raccolta firme promossa da Partito Radicale e Associazione Luca Coscioni per la campagna “Eutanasia legale”.
«Negli ultimi 12 anni per ben quattro volte mi sono sentita dire “Signora, purtroppo le devo dare una brutta notizia, lei ha un tumore” (non sempre lo stesso). E ogni volta ti vedi il mondo cadere addosso. Ti poni mille domande: vale la pena, non vale la pena continuare a curarti. Poi ti guardi intorno e ti dici “Luisa avanti tutta, finora te la sei cavata, hai continuato a fare la tua vita, ti sei goduta la tua famiglia, i tuoi affetti, le tue tantissime amicizie”. Allora ricominci con gli esami del sangue fatti in un laboratorio dell’Asl 12 dove, nonostante la gentilezza del personale, sembra di essere in un vagone lager. Riprendi i tuoi viaggi ad Aviano, ricominci con i cicli di chemio, (17 in due anni. Ci sono giorni in cui arrivi all’alba in ospedale e te ne esci a pomeriggio inoltrato. E passare una giornata in esclusiva con malati di tumore non è certo come andare a teatro. Ti domandi: fino a quando durerà? Fino a quando potrò tener testa a questo ospite indesiderato? Fino a quando potrò pretendere di non essere guardata con pietismo e compassione?».
Codato torna quindi a puntare l’attenzione sui temi del Testamento biologico e dell’eutanasia. «Vorrei che i contrari capissero che la scelta di chi è a favore non va a intaccare minimamente il loro diritto e la loro volontà di vivere fino all'ultimo respiro, in qualsiasi modo decidano di morire, mentre bloccando le leggi impongono il proprio volere anche a chi non la pensa come loro».
Luisa Codato ha sentito la testimonianza di Cristiano Samueli, presidente dell’Associazione italiana per le decisioni del fine vita e referente per il Pd sull'argomento. Pur favorevole al testamento biologico Samueli è nettamente contrario all'eutanasia. «Sono argomentazioni che partono dal presupposto che la sanità funzioni, che il paziente venga accompagnato con la dignità dovuta da medici, infermieri, parenti. Tutto bello, sembra di essere nella casa del "Mulino Bianco", purtroppo invece siamo nel buco nero della sanità dove può anche accaderti, come è successo a me, che ti installino una protesi Pip (forse cancerogena) con tutte le conseguenze del caso. Puoi essere fortunato e avere accanto un bravo e sano marito che ti segue costantemente in tutto, come il mio, ma non è possibile pensare che i figli si licenzino per assisterti. È importante che ci siano dei buoni hospice, ma dove sono se le Asl tagliano anche i pochi letti disponibili per i malati terminali? Ecco perché sono decisamente dalla parte di chi vuol scegliere il proprio fine vita. Per ora ho scelto il testamento biologico. Non so ancora se finché sarò in grado di decidere, deciderò per l'eutanasia e mi rendo conto che è una scelta molto difficile, che non si fa a cuor leggero. Ma a coloro che mi vogliono imporre il loro credo, che mi impediscono una mia scelta rispondo: “Pensate ai fatti vostri”. E ai politici chiedo solo di legiferare con coscienza laica: è questo il vostro dovere».
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