Eutanasia. Dj Fabo è morto in Svizzera

L'annuncio di Marco Cappato su Twitter: «Ha scelto di andarsene rispettando le regole di un paese che non è il suo»

L'ultimo viaggio di Dj Fabo. Dalla sua casa di Milano a una clinica svizzera. Fabiano Antoniani, questo il suo vero nome, cieco e tetraplegico in seguito ad un incidente d'auto tre anni fa, è morto in una clinica in Svizzera alle 11.40 di oggi. Aveva 40 anni. L'annuncio è stato dato su Twitter da Marco Cappato, tesoriere dell'associazione Luca Coscioni, che lo ha accompagnato in una clinica del Paese dove l'eutanasia è legale. Nel nostro non lo è e Cappato rischia fino a 12 anni di carcere, come ricorda Filomena Gallo, segretario della stessa associazione a cui si sono rivolte 232 persone dal 2015 per chiedere informazioni su come ottenere l'eutanasia all'estero.  "Al mio rientro in Italia, nella giornata di domani, martedì 28 febbraio, andrò ad autodenunciarmi, dando conto dei miei atti e assumendomene tutte le responsabilità" ha dichiarato lo stesso Cappato all'Ansa. Il reato che si configurerebbe sarebbe quello di 'aiuto al suicidio'.

«Lo Stato obbliga a emigrare» per poterci «liberare da una tortura insopportabile e infinita», aveva detto Fabiano Antoniani nell'ultimo appello prima del suo viaggio.

I suoi appelli, uno al presidente della Repubblica, per poter morire con dignità, un altro ai parlamentari che avevano nuovamente rinviato l'approdo alla Camera del disegno di un disegno di legge sul biotestamento, e ora la sua morte riaccendono il dibattito su un tema che divide la politica.

A dieci anni dalla morte di Piergiorgio Welby e dopo il caso di Eluana Englaro ci sono due proposte di legge ferme alla Camera. Una è di iniziativa popolare e prevede l'eutanasia. L'altra prevede la possibilità di lasciare delle disposizioni anticipate di trattamento.

Biotestamento, terzo rinvio per il disegno di legge sul fine vita

Questo testo, detto Lenzi, dal nome della relatrice Donata Lenzi, dopo un iter lungo e  sofferto e dopo aver superato circa 3000 emendamenti che erano stati presentati, dovrebbe arrivare in Aula il 6 marzo prossimo. Due i punti che dividono i parlamentari: la possibilità di interrompere l'idratazione e la nutrizione artificiali; la vincolatività del medico al rispetto delle disposizioni del paziente.

La clinica dove Dj Fabo è stato accolto per morire è la Dignitas di Forck, ad una decina di chilometri da Zurigo. Sul sito della struttura si legge: «Benvenuti da Dignitas - Vivere degnamente - Morire degnamente. La nostra associazione di pubblica utilità si impegna per l'autodeterminazione, la libertà di scelta e la dignità fino alla fine». «Il nostro concetto di consulenza sull'assistenza palliativa, la prevenzione del suicidio, le direttive del paziente e l'accompagnamento alla morte volontaria gettano le basi decisionali per organizzare la vita fino alla sua conclusione. Dal 1998 operiamo per la realizzazione dell'"ultimo diritto umano». Sul sito compaiono anche le associazioni affiliate alla struttura: Exit Italia, Libera Uscita e Associazione Luca Coscioni. Fra le altre informazioni compare anche il video appello del di Fabiano rivolto al presidente della Repubblica.

«Fabo è libero, la politica ha perso - scrivono Marco Cappato e Filomena Gallo -. L'esilio della morte è una condanna incivile Compito dello Stato è assistere i cittadini, non costringerli a rifugiarsi in soluzioni illegali per affrontare una disperazione data dall'impossibilità di decidere della propria vita morte. Chiediamo che il Parlamento affronti la questione del fine vita per ridurre le conseguenze devastanti che questo vuoto normativo ha sulla pelle della gente».

«Sono accanto a Valeria (la compagna di Dj Fabo ndr) e la stringo forte. Fabo ha avuto la sua scelta libera, purtroppo in Svizzera e non era il suo Paese e mi dispiace», ha detto Mina Welby, moglie di Piergiorgio Welby, all'agenzia Dire. «I cittadini italiani dovrebbero essere vicini a lui e a valeria- ha aggiunto- credo che, con me, si possa fare una battaglia per ottenere una legge sul testamento biologico, sulle disposizioni sui trattamenti sanitari».

«Non voglio aggiungere altro a quanto già detto nei giorni scorsi - ha commentato Beppino Englaro, padre di Eluana -. Solo sottolineare che il caso di Eluana è diverso. Oggi vorrei solo esprimere il massimo rispetto di Fabo».

 

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