Esuberi al Casinò, il Comune tira dritto

Fallita la trattativa sindacale: sono a rischio 150 dipendenti, prevista anche la chiusura della storica sede di Ca’ Vendramin
Lo sbarco degli 'americani' in Italia fu una rivoluzione. 30 anni fa, il primo settembre del 1981, l'arrivo dei giochi americani nelle sale del Casino' di Saint-Vincent, il primo a sperimentarli in Italia, rappresento' per la clientela dei tavoli verdi una novita' che contagio' subito le altre case da gioco. Black jack, Slot machine e Roulette americana, giochi veloci e accessibili, con minimi di puntata piu' bassi, furono subito avvertiti 'alla portata di tutti' rispetto ai piu' paludati ed elitari Chemin de fer, Trente quarante e Roulette francese. ANSA/UFFICIO STAMPA CASINO' SAINT-VINCENT +++EDITORIAL USE ONLY - NO SALES+++
Lo sbarco degli 'americani' in Italia fu una rivoluzione. 30 anni fa, il primo settembre del 1981, l'arrivo dei giochi americani nelle sale del Casino' di Saint-Vincent, il primo a sperimentarli in Italia, rappresento' per la clientela dei tavoli verdi una novita' che contagio' subito le altre case da gioco. Black jack, Slot machine e Roulette americana, giochi veloci e accessibili, con minimi di puntata piu' bassi, furono subito avvertiti 'alla portata di tutti' rispetto ai piu' paludati ed elitari Chemin de fer, Trente quarante e Roulette francese. ANSA/UFFICIO STAMPA CASINO' SAINT-VINCENT +++EDITORIAL USE ONLY - NO SALES+++

Casinò, si va verso la chiusura della sede veneziana di Ca’ Vendramin Calergi e la messa in esubero di circa 150 dipendenti della casa da gioco, come già minacciato in Consiglio comunale dal sindaco Luigi Brugnaro nel pieno della trattativa con i sindacati sul nuovo piano industriale. Ma quella trattativa ieri a Ca’ Farsetti - nell’ultimo incontro utile per definirla - convocato dall’assessore alle aziende Michele Zuin, è fallita. Perché la controproposta presentata dalle sigle del Casinò e che prevedeva risparmi e riorganizzazione per circa 3 milioni di euro è stata giudicata insufficiente dal Comune, che è deciso ad andare avanti per la sua strada da solo. «Si continua a non comprendere l’estrema situazione che sta attraversando la Casa da Gioco», dichiara in una nota l’assessore Zuin, «e che il piano industriale che abbiamo presentato ancora a febbraio è l’unica strada da percorrere per mettere in sicurezza l’azienda e di conseguenza il bilancio del Comune. A fronte di un impegno della proprietà di ricapitalizzare e prevedere risorse per sostenere il piano degli investimenti, a cominciare dalla sede di Ca’ Noghera, si registra un’estrema rigidità da parte dei sindacati nel contribuire al risanamento dell’azienda. Riduzione del costo del lavoro, stesura di un nuovo contratto, innovazione del sistema premiante e maggiore flessibilità nell’organizzazione sono i punti qualificanti del piano proposta».

Giudicata appunto insufficiente dall’assessore la controproposta sindacale sul piano della riduzione dei costi e che «mantiene l’attuale contratto di lavoro che, in sostanza, ingessa l’organizzazione e la capacità produttiva», respingendo anche la contrattazione sindacale su ogni decisione aziendale come il recente episodio di sostituzione di 20 slot che aveva provocato un’interruzione delle trattative.

Zuin conferma che la delibera sul piano industriale del Casinò sarà approvata lunedì in Giunta ricordando che «la legge ci impone, ai fini della ricapitalizzazione della casa da gioco, di mettere in atto un piano di ristrutturazione e risanamento aziendale. Sarà poi il Consiglio comunale ad approvarlo in via definitiva tra due settimane. Senza accordo c’è il rischio di scelte dolorose, ma inevitabili». La chiusura di Ca’ Vendramin Calergi e gli esuberi, insomma vanno avanti. Ma il Comune lascia ancora una porta aperta. Se nel corso di queste due settimane i sindacati ci dovessero ripensare e aumentare il «menù» dei tagli, mostrandosi anche più flessibili e disponibili sul contratto, la “macchina” dei licenziamenti potrebbe essere ancora fermata. Le sigle del Casinò hanno convocato per lunedì un’assemblea generale dei dipendenti proprio per decidere cosa fare. «Va trovata una mediazione», sollecita anche il consigliere comunale del Pd Nicola Pellicani, «perché i problemi del Casinò e il mancato rilancio non posso essere scaricati solo sulle spalle dei lavoratori».(e.t.)

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