Estorsioni ai pendolari Daspo urbano per sette

Divieto di accesso per sei mesi in stazione per sei uomini e una donna romeni  Accusati di numerosi episodi di furto, accattonaggio e richieste di denaro moleste 
Interpress/Mazzega Venezia, 07.09.2017.- Questura di Venezia, Conf. Stampa "La Polizia nel Cinema Italiano".- nella foto da sx DSr. Cuccio Cristina, il Qyestore ed il Capo di Gabinetto Della Rocca
Interpress/Mazzega Venezia, 07.09.2017.- Questura di Venezia, Conf. Stampa "La Polizia nel Cinema Italiano".- nella foto da sx DSr. Cuccio Cristina, il Qyestore ed il Capo di Gabinetto Della Rocca

Chiedono soldi per “servizi” abusivi e non richiesti, estorcono denaro ai pendolari, adocchiano facili prede a cui rubare portafogli, si dedicano all'accattonaggio e nonostante siano stati colpiti da provvedimenti amministrativi e fogli di via, tornano a battere sempre gli stessi posti, in questo caso la stazione di Mestre in primis e quella di Venezia, commettendo reati contro il patrimonio e la persona.

Per 7 di loro, tutti cittadini romeni, questa volta è scattato il Daspo urbano - tra le prime applicazioni nel territorio veneziano - emesso dal questore Danilo Gagliardi che ha voluto dar seguito al nuovo dispositivo previsto dalla legge 48 del 18 aprile 2017, la cosiddetta Minniti, che contiene disposizioni urgenti in materia di sicurezza delle città. I dettagli dell’operazione sono stati resi noti ieri mattina dal dirigente della divisione polizia Anticrimine Antonello Zara e il comandante della sezione di polizia Ferroviaria di Mestre, Giorgio Sanna. Un lavoro sinergico.

Identikit. Ad essere colpiti dal Daspo urbano sei uomini (portabagagli abusivi) e una donna, senza fissa dimora, che da oltre un anno trascorrevano le giornate nei locali della ferrovia, lungo le banchine e nei sottopassi, a fare la questua e importunare i passeggeri, offrendo, in modo molesto, servizi non richiesti. I membri del gruppo erano noti alle forze di polizia e, dall’entrata in vigore del decreto Minniti, avevano già collezionato numerosi ordini di allontanamento. Il persistere nella zona, disattendendo la disposizione di allontanamento o facendovi ritorno allo scadere del divieto, ha determinato il Questore ad emettere il divieto di accesso all’intera aerea della stazione di Mestre, per 6 mesi. Che potranno anche diventare due anni nei casi più estremi, dove ci sia una condanna per reati contro la persona e il patrimonio, o una sentenza confermata in appello.

Controlli. Da mesi la polizia ferroviaria teneva sotto decine di persone. Cento, infatti, sono le sanzioni amministrative elevate da fine agosto a dicembre e 85 gli ordini di allontanamento. Infine sono scattati i Daspo nei confronti dei soggetti più recidivi e più pericolosi rispetto ad altri. Tra di loro c’è chi ha violato il foglio di Via anche 70-80 volte. La prescrizione è quella di non frequentare più la zona della stazione e l’area che attorno ad essa gravita. Chi non ottempera al Daspo rischia da uno a tre anni di carcere e multe che vanno dai 10 ai 40mila euro. Grazie a questa azione mirata le denunce in stazione sono diminuite e il giro di romeni (fino a 20-30 al giorno) sembra si stia pian piano allentando. L’operazione si inserisce nell’azione di rafforzamento di controlli del territorio eseguiti nelle zone “calde” della città.

Daspo per spaccio. L’obiettivo del questore, adesso, è quello di applicare il Daspo urbano anche ai reati che riguardano lo spaccio di stupefacenti specialmente in alcune aree sensibili: i parchi, le aree vicine alle scuole, i bar. I soggetti più pericolosi e che reiterano i reati sono già nel mirino delle forze di polizia. Se uno spacciatore viene trovato recidivo, il questore può prescrivere, grazie alle nuove disposizioni, di limitare la sua libertà personale obbligandolo a rimanere in casa di notte, alla firma in Questura, alla sorveglianza speciale.

Esulta Luigi Corò, presidente del comitato Cmp, che si è battuto perché il Daspo venisse messo in atto.

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