«Esposto sui contributi scolastici»
«Se qualcuno ritiene di essere stato indotto a credere che il contributo volontario fosse in realtà obbligatorio chieda alla scuola la restituzione dei soldi. Da parte nostra, dopo le segnalazioni che abbiamo avuto, abbiamo chiesto alla preside di fugare ogni dubbio, con l’emanazione di una nuova delibera».
Così Domenico Martino, a capo dell’ufficio scolastico provinciale (Usp), sul caso dei contributi volontari ma non troppo richiesti per le iscrizioni degli studenti dell’istituto Luzzatti-Gramsci. A sollevare il caso sono stati gli studenti dei corsi serali, inviperiti perché a più riprese è stato loro spiegato che l’iscrizione sarebbe stata subordinata al pagamento del contributo volontario (110 euro), che quindi tanto volontario non era. E certo non aiutava a chiarire - la questione è argomento di discussione in molte scuole della città - la prima circolare della dirigente, poi corretta con una seconda, che chiedeva di presentare la ricevuta del pagamento per l’iscrizione. A far infuriare gli studenti non è stato tanto il contributo volontario - in molti si dicono pronti a pagarlo - ma il modo in cui è stato loro richiesto. Motivo per cui hanno scritto sia all’Ufficio scolastico provinciale che a quello regionale chiedendo di avviare un’indagine interna. «Per noi la vicenda è stata chiarita con la nuova circolare, che toglie ogni dubbio», dice ancora Martino, «se qualcuno ritiene che non sia così, e che in passato sia stato commesso un reato, presenti una denuncia formale alle forze dell’ordine e poi ce la presenti».
E c’è da giurare che una denuncia sarà presto formalizzata. «Se in questi giorni non si muove nulla sabato presenterò un formale esposto alle forze dell’ordine», dice Mauro Quintavalle, che guida la protesta, «e poi la darò agli uffici scolastici per l’avvio di un’indagine anche se ritengo che, dopo la lettera corredata di quasi cento firme che abbiamo presentato alcune settimane fa, l’indagine si potesse aprire automaticamente». Nel mirino dei contestatori non c’è solo il modo in cui il contributo è stato chiesto, ma anche la scarsa trasparenza su come è stato speso. In altre scuole dove alle famiglie degli studenti viene chiesto il contributo, è possibile consultare online la distribuzione delle risorse, in specifici progetti didattici. Al Luzzatti-Gramsci tutto questo non avviene. La dirigente Marisa Zanon ha spiegato martedì alla Nuova che, nel collegio docenti di fine anno, verrà tutto rendicontato, e che la scuola è al lavoro anche per la rendicontazione sociale nei confronti di studenti e famiglie. Il caso intanto approda anche in consiglio regionale con una interrogazione presentata dai consiglieri regionale della lista Tosi per chiedere alla giunta di «verificare e segnalare se nel territorio del Veneto vi siano istituti scolastici pubblici che vincolino l’iscrizione scolastica al versamento di contributi per definizione volontari e non previsti da precisi atti legislativi».
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