Esposto sugli alloggi in social housing vuoti o mai finiti

Dossier alla Corte dei Conti dei consiglieri del Gruppo Misto I casi degli appartamenti agli Alberoni e in via Bembo al Lido
Di Enrico Tantucci

LIDO. Il fallimento della politica degli alloggi in social housing del Comune di Venezia, cominciando dal Lido, per giovani coppie e famiglie a medio reddito, iniziati da anni e mai terminati e non assegnati. O rimasti solo sulla carta. I consiglieri comunali del Gruppo Misto Enzo Funari, Renzo Scarpa e Valerio Lastrucci hanno trasformato in un esposto presentato in questi giorni al viceprocuratore della Corte dei Conti di Venezia Giancarlo Di Maio il corposo dossier che riguarda dieci anni di promesse di alloggi (1400 nel 2003 e 5 mila nel 2010, con la nuova Amministrazione Orsoni) non mantenute, documentando la situazione. E quella del Lido, con la costruzione degli alloggi con i «famosi» Piruea - i piani di recupero urbanistico e ambientale - è esemplare in chiave negativo. Prendiamo gli alloggi previsti in Strada Vecchia dei Bagni, agli Alberoni. La convenzione siglata nel marzo 2007 con la ditta Regazzo prevede la cessione gratuita al Comune di una superficie residenziale minima di 700 metri quadri per ricavarvi una dozzina di alloggi per un valore commerciale di circa 2 milioni e 200 mila euro. La convenzione è fissata in cinque anni senza proroghe, scaduta dunque un anno fa.

I permessi di costruire sono rilasciati solo nel maggio 2009, due anni dopo la stipula della convenzione, senza alcun controllo sul concessionario, con una fidejussione rilasciata al Comune nel 2007 e poi sostituita con quella di un’altra società. Passano intanto i fatidici cinque anni entro i quali Ca’ Farsetti dovrebbe entrare in possesso dei suoi alloggi da destinare all’affitto in social housing, ma essi - come documenta anche la foto che pubblichiamo - sono completati solo al 30 per cento e nello stato che è possibile vedere. Solo nell’aprile dello scorso anno il nuovo soggetto attuatore ha chiesto al Comune la proroga, non prevista, della convenzione, per il ritrovamento nell’area di cantiere di reperti archeologici e per il fallimento della società appaltante. E il Comune concede la proroga al giugno di quest’anno, ma è priva, nel frattempo, di qualsiasi garanzia fidejussoria, fidando nella buona sorte e nella solerzia del concessionario, Se tutto va bene quegli alloggi, ceduti a titoli gratuito, saranno pronti nel 2014, sette anni dopo la stipula della concessione. È invece completata ma disabitata la palazzina con dieci alloggi in via Pietro Bembo (area La Fontaine), anch’essa nell’ambito del Piruea del Lido e in social housing. Qui la convenzione è del marzo 2006 con la Alberoni sas e prevede la cessione al Comune di un edificio di dieci alloggi per 720 metri quadri al prezzo unitario massimo di 1200 euro al metro quadro, da affittare appunto poi a canone calmierato. Termine della concessione: cinque anni(fine marzo 2012) e fidejussione di 2 milioni e 600 mila euro. La Alberoni sas dell’imprenditore Decol cede poi il Piruea alla ditta Acquarius 2 srl, alla comune solo nel febbraio dello scorso anno il Comune chiede una nuova fidejussione, perché la precedente è decaduta. I lavori si concludono comunque nel febbraio dello scorso anno, ma da allora quegli alloggi sono là, pronti e vuoti, perché il Comune dichiara di non essere in grado di acquistarli.

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