Esposto per lo “tsunami” dal vaporetto

Denuncia presentata da alcuni genitori: «Ha rovesciato i ragazzi che andavano in kayak». Rudi Vignotto: «Una vergogna»
Di Alberto Vitucci

«Tsunami a Sant’Erasmo». Un’onda anomala provocata dal vaporetto Actv ha mandato a mollo i ragazzini che facevano scuola di voga. Rovesciando anche un paio di kayak. È successo l’altra mattina di fronte alla nuova sede della remiera dell’isola. Non sono servite a proteggere i giovani aspiranti campioni nemmeno le barene costruite a protezione qualche anno fa dal Magistrato alle Acque. Così un gruppo di abitanti ha preso carta e penna e inviato una denuncia al Comune. «Una vergogna», tuona Rudi Vignotto, vincitore della Regata Storica dei gondolini e testimonial della scuola di voga, «ogni giorno è così. Adesso basta. Si danneggia la laguna e si mette a rischio la vita delle persone».

Gli abitanti ce l’hanno con i vaporetti Actv, che a pieno carico e ad alta velocità nello stretto canale che costeggia la «mura» produce onde alte e pericolose. L’effetto restìa, particolarmente forte quando la marea è bassa, produce danni ben visibili. «Abbiamo gridato che rallentassero, niente», protestano i genitori dei ragazzi, «adesso qualcuno deve intervenire, perché la situazione sta diventando davvero pericolosa».

Non soltanto Actv. Ma anche barche e motoscafi che sfrecciano a velocità troppo alta. Un problema, perché l’aumento drl traffico è ben visibile, non soltanto in Canal Grande ma in tutta la laguna. E con esso la mancanza di una cultura marinara. Significa andare a una velocità che non produca troppe onde, a seconda del mezzo. Non servono i limiti di velocità (in chilometri orari) uguali per tutti. Introdotti da sempre, mai rivisti anche se privi di logica. 11 chilometri orari possono essere una velocità troppo bassa per le barche plananti, troppo alta per le barche grandi dislocanti.

Non serve nemmeno, protestano gli abitanti, arrivare agli approdi ad alta velocità per poi inserire la retromarcia e tenere il mezzo con marcia avanti durante l’accosto. Anche qui, correnti pericolose e comportamenti che possono provocare seri guai. Succede anche in Canal Grande. In piazzale Roma, al Danieli, a Rialto. Vaporetti con la marcia avanti innestata ad alta velocità. I gondolieri hanno chiesto un tavolo per varare una sorta di «codice di autodisciplina». Ma non se ne è fatto nulla. Il resto lo fanno i taxi. Sempre più numerosi nella stagione turistica, non sempre rispettosi della velocità. Concentrazione da record anche ieri in alcune aree come la Ferrovia, il ponte dell’Accademia, il Rio Novo, le Fondamente Nove. Dopo qualche giorno di controlli non si sono visti i vigili con il telaser. E tutti hanno ricominciato a correre. «Dobbiamo dire basta», continua Vignotto, «così distruggiamo tutto e rischiamo anche l’incidente».

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