«Esposto per liberare mio papà»

Un uomo “prigioniero” in una casa Ater. Esce solo con i pompieri
CAVANELLA. «Sei vigili del fuoco e il personale del 118 per far uscire di casa mio padre invalido, prigioniero da 11 mesi di una casa pubblica inadeguata». Lo sfogo è di Katiuscia Frizziero, figlia di Vincenzino, dopo l’ennesima situazione di pericolo vissuta nell’alloggio al primo piano della palazzina Ater di Cavanella.


Ora la figlia minaccia un esposto contro il Comune per negligenze e che se succederà qualcosa di grave a suo padre per le difficoltà di spostamento dall’alloggio riterrà responsabile chi poteva fare qualcosa e non l’ha fatto.


Le prime richieste di aiuto partono 11 mesi fa, quando lo stato di salute dell’uomo si aggrava e l’alloggio inizia a non essere più adeguato. Vincenzino Frizziero è costretto su una sedia a rotelle più larga dell’ordinario perché obeso, non passa per le porte e per andare in bagno deve essere sollevato di peso da due persone. L’ascensore non funziona e non riesce a uscire dall’ase non con una squadra di volontari.


«Da allora», spiega la figlia Katiuscia, «ho iniziato a chiedere agli uffici comunali che possa essere trasferito in un alloggio al piano terra, ma non ho ottenuto nessuna risposta. Nel frattempo le condizioni sono peggiorate, pochi giorni fa mio padre doveva ricorrere alle cure ospedalieree ha avuto bisogno del personale del 118 e di sei vigili del fuoco che lo hanno portato di peso la barella. Dopo due giorni di ricovero, ha dovuto subire un altro calvario per rientrare a casa. Sono stanca, persone invalide al 100% non possono essere trattate come pacchi e la situazione peggiora di giorno in giorno».


Il Comune ha spiegato che esiste una graduatoria e la famiglia Frizziero è al settimo posto e che non si possono scavalcare altri aventi diritto. La famiglia Frizziero sostiene che i parametri siano discutibili e che esistono alloggi liberi non assegnati. «Vista l’inerzia», spiega Katiuscia, «procederò con un esposto alla Procura. Nel caso in cui succeda a mio padre qualcosa di grave per l’impossibilità di uscire in tempi rapidi di casa voglio che siano accertate eventuali responsabilità».
(e. b. a.)


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