Esposto in Procura per gli argini del Brenta
VIGONOVO. La vegetazione presente lungo gli argini del fiume Brenta, comprese alcune piante secolari, è stata “rasa al suolo” . A denunciarlo è il gruppo di “Legambiente Sarmazza” di Saonara e Vigonovo. «Si chiama “Genio Civile” l’ente preposto alla cura dei nostri corsi d’acqua», scrivono da Legambiente in una nota, «ma chiunque si trovasse a passare su quegli argini dopo le operazioni di “manutenzione” effettuate per suo conto non potrebbe che inorridire di fronte a tanta inciviltà».
«I molti cittadini che erano soliti percorrere quelle sponde a piedi, in bici o a cavallo immersi nel verde», continuano i volontari, «ora si trovano di fronte ad una landa desolata dove l’unico elemento che risalta fra i pochi arbusti rimasti sono le immondizie che madre natura aveva provveduto nel tempo a coprire».
«Un’operazione svolta», sostiene Legambiente, «contravvenendo al “Piano di Tutela delle Acque” della Regione Veneto che in un’ottica di protezione integrata prescrive chiaramente di “mantenere o ripristinare la vegetazione perifluviale” con funzioni di filtro per i solidi sospesi e gli inquinanti di origine diffusa, di stabilizzazione delle sponde e di conservazione della biodiversità, oltre che conservare l’ambiente naturale degli ecosistemi fluviali”. È quindi assolutamente vietato il taglio a raso, se non giustificato da particolari interventi strutturali. Questa ed altre irregolarità sono raccolte in un esposto che Legambiente intende presentare alle autorità competenti». Quindi in Procura.
Legambiente chiede il ripristino delle piante. «Il danno ormai è fatto e serviranno decenni per ripararlo, perciò chiediamo un’operazione di ripristino con una piantumazione mirata compatibile con le necessità di sicurezza degli argini».
Giacomo Piran
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