Esperte in leggi estere per evadere le tasse
DOLO. Esperte in legislazioni straniere e preparate fiscalisti. È quanto emerge dall’inchiesta della Procura di Padova sulla “fabbrica delle frodi”, specializzata nella produzione di falsa documentazione finalizzata all’evasione fiscale. Una frode complessiva al fisco è di circa 150 milioni di euro.
Le figure chiave per la produzione della documentazione e lo studio delle legislazioni straniere, secondo gli inquirenti, erano quattro donne: Laura Borgatello, 29 anni residente a Piove di Sacco, Mara Soranzo, 38, ora in carcere, Anna Naletto, 51, di Mira, e Elisa Peron, 30, di Noventa Padovana finte agli arresti domiciliari. Secondo la Procura Anna Naletto e Elisa Peron insieme a Corrado Morello erano le figure incaricate dai vertici della banda, Salvatore Lazzarin, 64 anni di Dolo e Massimo Carraro, 53 anni di Padova, a predisporre la documentazione a supporto delle frodi fiscali alterando i documenti di trasporto delle spedizioni verso l’estero. Il gruppo aveva anche il compito di verificare le diverse legislazioni straniere cercando di aggirarle in modo da perpetrare la frode con il minor rischio possibile. Dalla magistratura è emerso poi come i due capi in tre anni, dal 2011 al 2013, abbiano avuto un profitto di 2 milioni 20 mila e 104 euro. Va ricordato che sono venti i padovani tra imprenditori e manager finiti nell’inchiesta. La Guardia di Finanza ha contestato agli amministratori delle società in questione la violazione del decreto 74/2000 con riferimento all’utilizzo di documentazione fasulla.
Al Palazzo di Giustizia di Padova intanto ieri sono proseguiti gli interrogatori. Davanti al gip Lara Fortuna sono comparsi in cinque: Agnese Bleve di Padenghe sul garda, Adriano Baggio di Galliera Veneta, Cesare Zanin di Vigonovo, Renato Frison di Cittadella e Leonardo Carraro di Padova. Assisti dai proprio legali, Bleve, Baggio e Zanin, tutti e tre agli arersti domiciliari, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere alle domande del gip Fortuna. Frison e Carraro (figlio di Massimo, pure coinvolto nell’inchiesta) hanno invece risposto al magistrato, dichiarandosi innocenti. Il gip ha poi rigettato l’istanza di scarcerazione (o arresti domiciliari) presentata dai difensori del commercialista bresciano, Maurizio Soloni. Con quelli di ieri si sono conclusi tutti gli interrogatori degli indagati. Oggi il gip esaminerà altre richieste di scarcerazione.
Alessandro Abbadir
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