Erosione delle spiagge 50 milioni che non ci sono

Il consigliere regionale Calzavara: «È la cifra necessaria per un intervento serio ma la Regione non ha i fondi». Cattai (Federconsorzi): «Iniziamo a fare qualcosa»
L'immagine simbolo dell'erosione della spiaggia a Jesolo
L'immagine simbolo dell'erosione della spiaggia a Jesolo

JESOLO. Difesa dei litorali, il primo problema è che mancano i soldi. L’atteso convegno, aperto a tecnici e operatori, al pala Arrex di Jesolo promosso dalla Regione con l’assessore all’ambiente Gianpaolo Bottacin e il consigliere Francesco Calzavara. A Calzavara il compito di introdurre e moderare il convegno rivolto a tutta la costa veneziana. E la città ospite, Jesolo, è una delle località più colpite dal fenomeno. Paradossalmente in 16 anni la spiaggia di Jesolo è aumentata di 57 mila mq, circa 8 campi da calcio.

Calzavara, inflessibile, ha lanciato una stoccata al Comune: «Se davvero vuole combattere l’erosione deve iniziare a pensare a utilizzare la tassa di soggiorno, qualche manifestazione in meno e qualche pontile in più. La spiaggia non l’ha portata via nessuno, è nelle secche appena fuori al largo, servono 50 milioni di euro per un intervento lungo la costa veneta, soldi che la Regione non ha. E poi dal Comune non sono ancora arrivati i progetti per i pontili davanti alla torre Merville». L’ipotesi è di reperire i fondi con i canoni sulle nuove concessioni demaniali, visto che il 30 per cento degli introiti proviene dal Veneto. Ma intanto gli operatori chiedono fatti. «Vogliamo iniziare a vedere qualche lavoro concreto», ha detto il presidente di Federconsorzi, Renato Cattai, «il ripascimento è solo una delle soluzioni».

La parola è andata poi ai tecnici regionali i quali hanno spiegato che la spiaggia non è solo la parte emersa, ma anche quella sommersa. Molte sono le cause dell’erosione e una delle principali è il mancato apporto solido di deposito a riva dalle zone di Trieste e Venezia, con ridotto apporto dai fiumi. Difese rigide o morbide? Questo il dilemma. Le difese rigide le realizza anche la Regione come a Chioggia e sul Tagliamento, che difendono il litorale, ma danneggiano le località sottoflutto. Il sabbiodotto permanente è un sistema che consente di togliere il viavai di camion sulle spiagge, come a Bibione, già realizzato in buona parte. Un’altra soluzione è un minipennello costituito da pali in legno e staccionate per trattenere i depositi rigidi.

Ogni spiaggia ha la sua specificità. L’ingegner Pietro Ruol dell’Università di Padova lo ha spiegato. «La soluzione definitiva esiste, ma dovremmo erigere una barriera in mare e la mancanza di sedimenti deve essere risolta comunque con il ripascimento graduale. Dove troviamo la sabbia? Vicino alla costa, alla Bocca di Caleri, a sud dell’Adige o vicino la Laguna Mort». Per la Pineta a Jesolo, non si può optare per una soluzione definitiva e unica perché comporterebbe conseguenze anche nei restanti 13 km di arenile a Jesolo. Per risolvere il problema delle mareggiate a Jesolo come altrove bisognerebbe erigere un muro alto due metri e mezzo in mare. L’obiettivo realistico è ridurre l’erosione dai 70/80 mila ai 20/30 mila metri cubi, facili da gestire con il ripascimento senza erigere barriere. Per il Comune di Jesolo, i consiglieri Nicola Manente di Forza Jesolo e Damiano Mengo del Pd. «Un convegno interessante per il credito formativo», ha detto ironicamente Manente, «ma niente di nuovo e concreto, anche perché non risultano risorse certe a bilancio per il prossimo anno». Per la Pineta di Jesolo, la Regione ha previsto 1 milione e 700 mila per ricreare un sistema di pennelli. Se così fosse, i lavori partiranno verso marzo per far riaffiorare i vecchi pennelli al lido est.

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