Eroina, i nuovi luoghi di spaccio dopo il blitz di via M. San Michele
MESTRE. Rifiuti e siringhe ovunque. Odore nauseabondo e ragazzi che nel pomeriggio come fantasmi arrivano per bucarsi. Sono una parte degli “orfani” dei nigeriani arrestati all’inizio del mese di luglio in via Monte San Michele. Arrivano nel sotto passaggio di via Della Pila dopo aver acquistato l’eroina in via Ca’ Marcello o in via Cappuccina che da mesi è diventata il regno dei tunisini, ritornati ad essere i principi dello spaccio a Mestre.
Il rito del “buco” in questo margine della città c’è soprattutto nel pomeriggio. È facile da raggiungere anche per chi arriva da fuori città con il treno. In via Ca’ Marcello o in via Dante i tunisini continuano a spacciare a tutte le ore. Poi chi ha acquistato, utilizzando il passaggio pedonale scendono in via della Pila dove sotto alla Rampa Rizzardi consumano la droga appena acquistata. In certe giornate si contano anche dieci tossicodipendenti.
E questa presenza crea non pochi timori a chi percorre quei luoghi per recarsi da una parte all’altra della rampa. Se fino a qualche mese fa qui si trovava qualche tossicodipendente in cerca di un luogo appartato per il “buco” ora con l’operazione della polizia in via Monte San Michele e l’azzeramento dell’organizzazione più forte nello spaccio a Mestre, il mercato ha spostato anche il suo baricentro verso questa area a cavallo tra Mestre e Marghera.
Nonostante questa vistosa presenza la gran parte di chi arrivava a Mestre per acquistare la famigerata “eroina gialla” si è spostata a Padova. Ritengono che quanto si trova ora sulla piazza mestrina sia scadente. L’evolversi della situazione dopo la grande retata continua ad essere monitorata dai servizi sociali del Comune. E in particolare dalla struttura e dagli operatori che si occupano della riduzione del danno. Una grande fetta dell’eroina che arrivava sul mercato è stata tolta dalla piazza. E chi si riforniva da quel gruppo di nigeriani ora fatica a trovare la sostanza.
Quella offerta dai magrebini non è ritenuta di buona qualità. E molto meno pura di quella che piazzavano fino a inizio luglio i nigeriani arrestati. La bassa purezza dell’eroina venduta dai tunisini dipende anche dal fatto che la gran parte degli spacciatori magrebini è diventata tossicodipendente. La maggioranza è di origine tunisina: sono arrivati in questa zona al tempo delle “Primavere arabe” quando i barconi partivano dalle coste della Tunisia. Molti di loro sono arrivati su “richiesta” di spacciatori già presenti sul territorio. Per anni sono rimasti i principi dell’eroina a Mestre. Poi hanno iniziato ad usare la sostanza stupefacente. Usano eroina ma soprattutto il crack. —
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia