Ermitage, niente retromarcia. Orsoni: «Vado avanti da solo»
VENEZIA. I consiglieri comunali tempestano di domande sui perché e i per come - e, soprattutto, sulla copertura finanziaria - dell’intesa tra Comune ed Ermitage per insediare in piazza San Marco la sede della fondazione del prezioso museo sanpietroburghese, per ospitare e sostenere giovani ricercatori di storia dell’arte nel corso delle loro indagini? E il sindaco Giorgio Orsoni risponde ritirando la delibera dal voto del Consiglio comunale: non per rinunciarvi, ma anzi per approvarla solo in giunta e - con questa - volare la prossima settimana a San Pietroburgo, per definire l’intesa, per altro già presentata oltre un mese fa in pompa magna, come cosa già fatta, con una conferenza a Ca’Farsetti alla presenza del direttore dell’Ermitage Michail Piotrovsky, delle responsabili della fondazione in Italia Irina Artemieva e Francesca Cappelletti, e dell’ex assessore e organizzatore culturale Maurizio Cecconi, mentore del progetto, che trasmigra da Ferrara a Venezia per problemi economici della prima.
«Ho ritirato la delibera perché non è indispensabile il passaggio in Consiglio comunale», osserva il sindaco Orsoni, «ma è sufficiente il voto della giunta. L’ho ritirata quando mi sono reso conto - dal tenore di certe osservazioni speciose - che parte del Consiglio non ha capito lo spirito culturale importante di questa iniziativa. Il Consiglio non è ancora maturo, ma questo progetto andrà avanti con il voto della prossima giunta: poi andrò a San Pietroburgo per formalizzare l’intesa. Non è necessario garantire con questo atto la copertura finanziaria, che ci sarà». Punto sul quale - si parla di circa 200 mila euro di spesa per l’amministrazione (250 mila ne spendeva Ferrara, più le spese di manutenzione della sede), mentre la fondazione sarà ospitata dal Comune negli spazi delle Assicurazioni Generali alle Procuratie Vecchie, liberi ora dai giudici di pace - si sono espressi in commissione consiglieri del Pd come il capogruppo Borghello e Molina, il 5 stelle Placella, mentre precedentemente in Consiglio comunale altri (come la presidente della commissione Cultura Camilla Seibezzi) avevano preso posizione contro il gemellaggio con la città di San Pietroburgo, a fronte delle leggi omofobe e la mancanza di tutela dei diritti civili assunte dal governo della regione e poi della Russia. «La cultura serve ad unire», aveva replicato Orsoni.
«Il sindaco va avanti senza il Consiglio? La cosa mi stupisce: abbiamo chiesto spiegazioni sui fondi e quando si è accorto che qualcosa non andava, ha ritirato la delibera», commenta il capogruppo pd Claudio Borghello, «se è nelle sue prerogative, lo faccia, ma resteranno a verbale le nostre perplessità su una copertura economica incerta, della quale evidentemente la giunta si assumerà la responsabilità». ©RIPRODUZIONE RISERVATA
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