Ermitage, accordo “light” Rinviata la Fondazione
L’Ermitage di San Pietroburgo trova casa alle Procuratìe vecchie di piazza San Marco: un ufficio di rappresentanza di due stanze messe a disposizione dal Comune, che non è proprio o quanto meno non è ancora la Fondazione, come si era ipotizzato in un primo momento e soprattutto come era stata presentata a giugno, ma è comunque un passo avanti per stringere una collaborazione tra la città di Venezia e il museo di San Pietroburgo dopo il fuoco amico del Pd che chiedeva chiarimenti sui 200 mila euro necessari per fare decollare l’istituzione. Stando alla delibera votata ieri con il voto favorevole di tutti gli assessori dalla giunta comunale che si è riunita in municipio a Mestre, l’operazione è per il momento a costo zero, se si esclude la concessione degli spazi alle Procuratìe, che Ca’ Farsetti già pagava per l’ufficio dei giudici di pace, ora trasferiti. Il sindaco Giorgio Orsoni volerà oggi a San Pietroburgo per firmare il protocollo d’intesa con il direttore dell’Ermitage Michail Piotrovsky.
L’obiettivo resta quello di promuovere la collaborazione tra le due istituzioni, la produzione culturale attraverso mostre e convegni, la ricerca. Ma è chiaro che il progetto potrà decollare se ci saranno i soldi per poterlo sostenere - dovrebbero metterceli il governo e sponsor privati - in una città che non lasci spazio a ulteriori perplessità. Come del resto sembrava alla presentazione dell’accordo, l’8 giugno scorso, cui avevano partecipato il sottosegretario all'Economia, Pierpaolo Baretta - che nei giorni scorsi ha ribadito il sostegno del governo - il direttore generale del Museo statale Ermitage, Michail Piotrovsky, il sindaco di Ferrara, Tiziano Tagliani, il direttore della Fondazione Ermitage Italia, Irina Artemieva e il segretario generale della Fondazione Ermitage Italia, Maurizio Cecconi, già assessore a Venezia e ideatore dello spostamento della Fondazione da Ferrara - dove il Comune non è disposto spendere altri soldi per sostenerla - a Venezia. Nei giorni scorsi erano stati soprattutto il Partito democratico e il Movimento 5 Stelle a chiedere chiarimenti sull’accordo, e su come questo avrebbe inciso sul bilancio di Ca’ Farsetti. L’eventuale costituzione di una Fondazione - o il subentro di Venezia a Ferrara, come recitava il testo della delibera, poi ritirata da Orsoni, in mano ai consiglieri - dovrà passare per il parlamentino locale, dove restano le perplessità. Per Claudio Borghello, consigliere capogruppo del Pd, «fino ad le spiegazioni del sindaco sull’intera operazione non sono state sufficienti».
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