Eredità milionaria con tesoro a Venezia

Condannato un medico bellunese per circonvenzione d’incapace nei confronti di un ricco che viveva da clochard

VENEZIA. Condannato a cinque anni e quattro mesi, più 1.200 euro di multa. È stata pronunciata ieri a Belluno la sentenza a carico di Maurizio Guglielmo, il medico accusato di circonvenzione di incapace nei confronti di Guido Ricci, il milionario che viveva come un clochard, scomparso nel settembre del 2013. Al termine della camera di consiglio, il giudice Elisabetta Scolozzi, ha dichiarato colpevole Guglielmo condannato anche all’interdizione perpetua dai pubblici uffici, all’interdizione legale per il tempo della pena e al risarcimento (immediato) del danno morale subito dai due eredi, ai quali andranno 25 mila euro ciascuno più le spese, ma solo in attesa dell’esecutività della sentenza, perché il giudice ha disposto anche che in quel momento l’eredità venga dissequestrata e divisa tra il veneziano Daulo Foscolo e il trevigiano Antonio Fanna. Un patrimonio stimato in 20 milioni di euro (ma c’è chi li ridimensiona a 13) tra depositi bancari e immobili a Belluno, Venezia ed Acapulco. La difesa, comunque, ha già annunciato che presenterà ricorso in Appello.

La vicenda. Il caso esplose 12 dicembre del 2011, quando la polizia giudiziaria andò nella casa e nell’ufficio di Guglielmo per una perquisizione, sequestrando computer e documenti. Fu un istituto di credito cittadino a denunciare i suoi sospetti alla procura, spiegando che da qualche tempo i movimenti del ricco anziano erano insoliti e sempre alla presenza del medico del pronto soccorso di Feltre, specializzando in psicoterapia. Il materiale sequestrato evidenziò elementi sufficienti a imporre una misura cautelare per evitare l’inquinamento delle prove e Guglielmo fu messo agli arresti domiciliari il 7 gennaio 2012.

“Le plan blue”. Tra il materiale scoperto c’era anche un documento che viene considerato “la prova madre” e che Guglielmo chiamò Le plan blue. Con esso il medico pianificò la circonvenzione di Ricci: dai metodi per blandirlo alle tattiche per diventarne l’erede universale. Furono trovati anche alcuni testamenti olografi: nel primo Guglielmo diventava erede delle proprietà bellunesi, poi di quelle veneziane e infine dell’intero patrimonio che Ricci aveva a sua volta ereditato dal fratello nel 2009. Le mosse fatte con le banche, l’addestramento di Ricci affinché superasse i test sulla capacità di intendere e volere e la cortina protettiva stretta attorno all’anziano dimostrano, secondo l’accusa, una pianificazione accurata e meticolosa del medico per ottenere il ricco obiettivo.

Una personalità controversa. Guido Ricci era personaggio singolare e attorno alle sue capacità si è concentrata parte del processo, anche se la difesa non ha mai ottenuto una seconda perizia oltre a quella dello psichiatra Gian Paolo Urbani, che ne certificò una “capacità ridotta”. Ricci affrontò l’incidente probatorio in due fasi, raccontando anche come era arrivato a nominare Guglielmo suo procuratore davanti a un notaio che lo sottopose a visita psichiatrica, dove fu dichiarato perfettamente capace di intendere e volere.

Il giudizio. Ricci morì a 77 anni nel settembre 2013 e il 4 aprile Guglielmo fu rinviato a giudizio. Il processo è iniziato a fine ottobre del 2014 e ha registrato 12 udienze, durante le quali l’imputato si è presentato una sola volta per rilasciare dichiarazioni spontanee. A tutte le altre udienze ha presentato certificati medici con la speranza di allungare i tempi per legittimo impedimento. Cinque i tentativi di bloccare il processo bellunese. L’avvocato Patelmo ha presentato per due volte richiesta di rimessione del processo ad altra sede per condizionamento ambientale, entrambe respinte (la prima per vizio di forma) e altre due volte ha chiesto la ricusazione del giudice, l’ultima nel marzo scorso, tutte rigettate. Il 3 maggio il pm Roberta Gallega ha presentato le sue conclusioni, chiedendo la condanna a 5 anni e 6 mesi, più le spese e la pubblicazione della sentenza. La parte civile (avvocati Viel-Coletti e Alessandri) ha chiesto 150 mila euro.

Il 6 giugno era fissata l’arringa difensiva ma Guglielmo, nell’estremo tentativo di allungare i tempi, ha deciso di cambiare avvocato, nominando Lepre, che ha discusso il 21 giugno per cinque ore, affermando l’innocenza di Guglielmo e la responsabilità delle banche.

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