Erano senza attrezzatura salvataggio ad alto rischio
MARTELLAGO. Rimasti bloccati in montagna perché non avevano l’attrezzatura, sono dovuti intervenire gli uomini del Soccorso alpino di Agordo (Belluno) per metterli in salvo: c’era il rischio che trascorressero la notte sulla neve a quasi tremila metri. Ora stanno bene, anche se sono finiti in ospedale per accertamenti.
L’incubo è capitato mercoledì sera a due giovani di Martellago, F.Z. di 23 anni e D.S. di 24. Erano in difficoltà sul Monte Agner, 2872 metri. Alle 22.30 dell’altro ieri, il 118 ha allertato il Soccorso alpino e lo ha messo in contatto con il padre di un ragazzo, chiamato dal figlio. All’inizio le notizie erano frammentarie, si faticava a capire bene dove potessero essere. Dopo alcuni minuti, però, F.Z. e D.S. hanno chiamato i soccorritori: erano partiti alle 16 da Frassenè Agordino, poi erano saliti verso il Bivacco Biasin dove volevano passare la notte ma erano stati fermati dalla neve ancora abbondante in alcuni canali e dall’itinerario impegnativo molto verticale, dove in alcuni tratti è presente il cavo metallico e non erano attrezzati per farlo. Inoltre camminavano senza ramponi e piccozze. Così sono rimasti bloccati non distanti dal Bivacco. Ad aggravare la situazione, uno dei giovani stava poco bene, probabilmente per il freddo e la stanchezza.
Una squadra di cinque soccorritori e partita dal Rifugio Scarpa a mezzanotte e venti e li ha raggiunti sotto la pioggia battente attorno alle due, dopo aver superato mille metri di dislivello. I ragazzi si trovavano a circa 300 metri in linea d’aria dal Bivacco, ossia a 2.700 metri di quota. Due esperti sono partiti per rintracciare e segnare il percorso sulla neve davanti al resto del gruppo, gli altri hanno assicurato i due escursionisti e li hanno guidati nei punti verticali, lungo le creste fino alla struttura. Qui sono arrivati attorno alle 3 ed è stata la fine dell’incubo. Alle 7 del mattino di ieri sono stati issati con il verricello su un elicottero e trasportati a valle, al pronto soccorso di Agordo. In queste ore faranno ritorno a casa.
Durissima la reazione del Cnsas (Soccorso alpino) i cui esperti hanno affrontato un’operazione molto rischiosa di notte per poi scoprire che i due ragazzi erano partiti senza attrezzatura. «I due ragazzi non erano attrezzati per fare quel tipo di attività», spiega il delegato provinciale del Cnsas Alex Barattin. «In questo periodo su tipi di tracciato come quello che hanno affrontato loro si trova neve abbondante e loro non avevano l’attrezzatura minima. Penso che chi vuole fare queste attività ormai non abbia più scusanti. Un incidente può capitare, ci si può slogare una caviglia, ma non avere l’attrezzatura, si fa fatica ad accettarlo. Anche perché c’è chi ha messo la propria vita a rischio per il soccorso».
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