Eraclea, si è dimesso il sindaco Mestre

Arrestato nel blitz anti camorra, ha spedito la lettera dal carcere di Tolmezzo. Venti giorni per l’eventuale ripensamento
MORSEGO - DINO TOMMASELLA -ERACLEA - MESTRE MIRCO SINDACO
MORSEGO - DINO TOMMASELLA -ERACLEA - MESTRE MIRCO SINDACO

ERACLEA. Mirco Mestre, il sindaco di Eraclea, arrestato per mafia la scorsa settimana, si è dimesso.

Ieri, dal carcere di massima sicurezza di Tolmezzo, ha spedito la lettera di dimissioni al segretario generale del Comune e alla Prefettura di Venezia. Il telegramma è stato inviato dal direttore del carcere come è previsto dalla legge.

Una decisione che apre le porte del Comune al commissario prefettizio e a nuove elezioni che si svolgeranno, con tutta probabilità, nella primavera del prossimo anno. Da ieri sono iniziati i “20 giorni del ripensamento” entro i quali Mirco Mestre può tornare sulla sua decisione e ritirare le dimissioni. Scaduti questi inizia la procedura per lo scioglimento del consiglio comunale.

L’arrivo del commissario non fermerà la procedura per l’intervento della Commissione di accesso che sarà nominata dal Ministero dell’Interno per accertare le eventuali infiltrazioni mafiose nel Comune.

In Prefettura a Venezia stanno lavorando per mettere insieme la documentazione da inviare a Roma che serve al Ministero per stabilire l’invio della Commissione, i cui componenti saranno individuati dal Prefetto Vittorio Zappalorto.

La Commissione di accesso ha la possibilità di sciogliere un Comune se ritiene che questo sia stato infiltrato dalla criminalità organizzata. Ha potere di indagine su tutti gli atti a firma dei vari amministratori, ma anche dei singoli impiegati.

Una decisione, quella di Mirco Mestre, che spiazza soprattutto il suo vice, Graziano Teso. «Rispettiamo in ogni caso le decisioni del sindaco», ha commentato ieri. Solo la sera prima, a Ca’ Manetti, aveva pronunciato solennemente la sua “filippica” contro gli inquirenti e le forze di polizia per il modo in cui hanno trattato gli amministratori di Eraclea. Lui, indagato, e il sindaco prelevato nel cuore della notte nella sua casa di Eraclea Paese, dove risiede con la famiglia. «A tempo debito potremo esprimere i nostri commenti in merito», ha detto.

Con questa decisione maturata in un clima di fortissime tensioni, il primo cittadino sembra togliere le castagne dal fuoco alla maggioranza. Quella maggioranza, guidata da Teso, che fino a questo momento ha dimostrato di non avere alcuna intenzione di cedere le armi.

In questo periodo di tempo, l’avvocato Mestre potrà eventualmente ancora revocarle. E il consiglio comunale resterà comunque attivo, con il vicesindaco Graziano Teso facente le funzioni di sindaco, essendo il Comune sotto i 15 mila abitanti.

Si svolgerà dunque anche il consiglio comunale di lunedì alle 19, in seduta ordinaria, con i tre punti all’ordine del giorno relativi a dei verbali, il bilancio, e le comunicazioni del vicesindaco sulla sospensione dell’incarico al sindaco e determinazioni conseguenti.

E si intende per determinazioni, le dimissioni annunciate dei cinque consiglieri dell’opposizione, tre della Civica con Talon e due della lista Scelgo Cerchier sindaco.

Ieri, a parte frenetiche telefonate tra i vari partiti e gruppi politici sulla decisione di Mestre comunicata dal carcere di Tolmezzo, l’ex sindaco Giorgio Talon ha espresso un breve e lapidario commento: «Si chiude un capitolo amaro, adesso se ne apre un altro per questa triste storia di Eraclea». —


 

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