Eraclea, settanta ospiti e gruppi che ballano: chiuso il Piper

Protesta il titolare Michele Turchetto: «Terribile, tutto era in regola. Ora non riusciremo più ad aprire»
Michele Turchetto, titolare del Piper, davanti al suo locale chiuso dai carabinieri
Michele Turchetto, titolare del Piper, davanti al suo locale chiuso dai carabinieri

ERACLEA. I carabinieri entrano al Piper in zona industriale a Eraclea Paese, tensione nel pomeriggio del 7 marzo durante i controlli anti Covid. Nel locale di via delle Industrie gestito da Michele Turchetto della band Baccoxbacco era in corso un pranzo con tanti ospiti, una settantina, e poi musica come nella tradizione del locale molto amato dai giovani e da una clientela selezionata di adulti.

Ma i controlli dell’Arma sono stati inflessibili tra le proteste degli avventori che si sono ribellati, pur senza superare i limiti. Hanno iniziato a gridare e qualcuno ha anche fischiato. Fortunatamente la situazione non è degenerata.

Il locale è stato dunque chiuso dopo che i militari dell’Arma hanno accertato condizioni di assembramento e anche la presenza di qualche gruppo che stava ballando con il sottofondo musicale. Risultato: sanzione che comporta la possibile chiusura per cinque giorni e 400 euro da pagare.

Il titolare Michele Turchetto, confortato dai clienti e dai tanti amici e appassionati di musica, si è sfogato. «È stato terribile», ha detto, «trovarsi nel mezzo di un controllo mentre stavamo lavorando. La gente era rispettosa delle normative, le distanze erano mantenute e anche i numeri erano quelli previsti. Qualcuno magari stava ballando sulle note di qualche canzone, in fondo è normale. Noi non riapriremo più alla luce di quanto è successo».

«Per noi è il colpo di grazia finale», aggiunge sconsolato Turchetto, «Non sappiamo neanche se avremo i soldi per fare la spesa domani. Così i locali sono destinati a chiudere tutti. Era l’ultimo giorno di apertura prima della zona arancione e in fondo questo non era altro che un pranzo con un po’ di musica. Avremmo chiuso alle 18 e tutto sarebbe terminato non si sa fino a quando, visto che dall'8 marzo siamo in zona arancione. Ma con questa sanzione per noi è davvero finita e a questo punto chiuderemo i battenti per sempre perché non ce la faremo». Poi le scuse ai clienti e agli amici e lo sfogo sui social. I controlli sono stati accurati e le normative in questo periodo di contagi sono molto severe. —



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