Eraclea, dona il rene al marito e gli salva la vita
ERACLEA. Dona il rene al marito per salvargli la vita. Una storia d'amore e di sofferenza che ha commosso un'intera cittadina. A Eraclea, immediato entroterra del Veneto Orientale, a due passi dal mare, ma ancora immersa nella vasta campagna del Basso Piave, vive una coppia che ha ripreso a sognare dopo che la malattia aveva quasi spezzato la loro voglia di vivere. Quando ci si ammala a causa di una rara malattia genetica, il sogno è quello di una vita normale, dei figli, dopo tanti anni di paure e insicurezze, senza sapere cosa sarà del futuro insieme. I soldi, i desideri effimeri e materiali non contano più nulla. Basta svegliarsi la mattina e vedere la propria metà al tuo fianco che assieme a te affronterà la giornata e tutti i giorni che seguiranno senza più avere paura di morire.
Lui si chiama Manolito Bagolin, ha 39 anni ed è impiegato all'Atvo, azienda dei trasporti del Veneto Orientale. La moglie, Catia Cosmo, di anni ne ha 37 ed è casalinga. Manolito era affetto dalla sindrome di Alport, malattia genetica rara che si manifesta con una progressiva perdita della funzione renale e anche uditiva. Non lascia scampo e condanna a vivere in dialisi per sperare di aprire gli occhi ogni nuovo giorno.
Ma è chiaro che significa vivere con il terrore di non farcela, senza poter neppure programmare una vita uniti, o avere dei bambini. Sette anni fa si è accorto dei primi sintomi che sono stati subito evidenti. Il 12 settembre scorso, nella sala operatoria del centro trapianti di Padova, la coppia ha iniziato a sperare dopo la complicata operazione di trapianto. E oggi possono dire di aver superato il momento critico. «Quello di mia moglie», racconta Manolito, «è stato un vero atto d'amore che non dimenticherò mai più. La malattia mi stava uccidendo lentamente, distruggendo rene e udito. Mi sarei dovuto esporre ad anni di dialisi o comunque di attesa per un trapianto di organo. Un vero calvario per me e per lei. Così abbiamo deciso. Mia moglie non ha avuto esitazioni e mi ha detto che sarebbe stata lei a donarmi il rene". L'equipe del dottor Paolo Rigotti, direttore operativo del centro trapianti di rene e pancreas presso l'azienda sanitaria di Padova, ha eseguito l'operazione alle 7.30 del mattino di quel 19 settembre 2012 che per sempre sarà l'inizio di una nuova vita per Catia e Manolito.
«Alle 13.30 in punto ho aperto gli occhi in sala operatoria», ricorda Catia ancora commossa, «lo so perché mi hanno detto che ore erano quando mi sono svegliata dopo l'anestesia totale. Le mie prime parole, quando ancora ero intubata sono state: “Mio marito sta bene?” Mi hanno detto che era tutto a posto e potevo stare tranquilla. Da quel momento è iniziata un'altra vita per tutti e due. Ora stiamo bene, l'operazione non ha avuto complicazioni. Il nostro sogno è adesso avere anche dei bambini».
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