Era accusato di lesioni scagionato un camionista

Una discussione per lo specchietto fatto saltare a un collega era sfociata in lite L’altro guidatore, rimasto invalido, è stato ritenuto responsabile del danno
Di Giorgio Cecchetti

VIGONOVO. Il camionista padovano inizialmente accusato di lesioni dolose gravissime provocate a un collega di Vigonovo e di cui, ieri, il pubblico ministero di Venezia aveva chiesto la condanna a un anno per lesioni colpose è stato assolto perché il fatto non sussiste.

Il Tribunale lagunare presieduto dalla giudice Irene Casol non ha ritenuto il 39enne di Fontaniva Eddi Pellanda responsabile, così come avevano chiesto il difensore dell’imputato, l’avvocato Elisabetta Costa, e quello dell’assicurazione chiamata a rispondere civilmente, l’avvocato Ferdinando Trivellato.

I fatti risalgono a quattro anni fa, al 20 maggio 2010, ed erano accaduti a Marghera: Pellanda è titolare assieme ad fratello di una ditta di trasporti e quel giorni stava guidando il suo mezzo pesante.

Stando alle accuse, era scoppiata una lite perché i mezzi condotti dai due camionisti, Pellanda e il 46enne W. N. di Vigonovo, erano venuti a contatto ed era saltato lo specchietto del camion del secondo.

Sempre stando al capo d'imputazione, W.N. era sceso dal suo mezzo e aveva afferrato il tergicristallo dell'altro mettendo il piede sul paraurti ed era salito dall'esterno della cabina di guida del collega e aveva continuato a urlare.

Pellanda avrebbe continuato la sua corsa a circa 20 chilometri all'ora, quindi avrebbe frenato di colpo, facendo cadere a terra W.N. Prima di precipitare, però, l’altro camionista aveva sbattuto la testa in modo frontale contro il parabrezza della cabina, riportando non solo un grave trauma cranico, ma pure la frattura della teca cranica, quindi era caduto privo di sensi, procurandosi altre lesioni. A quattro anni dai fatti, W.N. è completamente invalido. Questa la versione che immediatamente dopo i fatti aveva dato Pellanda: «Dopo che ci eravamo toccati, lui mi ha sorpassato, si è messo davanti a me, ha frenato ed è sceso dal camion, forse non si fidava che mi sarei fermato per constatare i danni e decidere il risarcimento». Che è successo? «Mi è salito sulla cabina del camion, davanti, battendo i pugni contro il vetro, ha sollevato il tergicristallo». Gli animi si accendono. «Una lite verbale. Ma a quel punto l'altro camionista ha perso l'equilibrio, un volo di due metri. È scivolato, indossava le ciabatte, è caduto e ha sbattuto la testa. Non riuscivo a capire che stesse capitando, la scena aveva assunto contorni surreali. Una discussione verbale, torno a ripeterlo, non ci siamo messi le mani addosso, lui era fuori, io al mio posto di guida».

Evidentemente, per il Tribunale è stato il comportamento di W.N. a causare le lesioni e non la frenata di Pellanda.

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