«Era accanto a me, sono vivo per miracolo»
MESTRE. «Sono vivo per miracolo». Alessandro Mattiello è maestro di wushu (meglio conosciuto in occidente con il nome di kung fu), alla scuola di via Tiburtina, a due passi dalla chiesa di San Benedetto. Martedì sera era assieme Fenglai Liu, il cinese travolto in pieno dalla Mini Cooper. È sotto choc, ancora non si capacita di quanto accaduto. La vittima era maestro di arti marziali come lui e si erano conosciuti tramite un’amica: condividevano la stessa passione e tra loro era nato un legame forte. Tanto che il maestro era venuto in visita a Venezia, per passare qualche giorno di ferie. «Stavamo andando a mangiare una pizza al Colors», racconta Mattiello, vigile del fuoco in pensione residente in via Chiarin.
«Abbiamo iniziato l’attraversamento, io ero un po’ più avanti di lui, è stato un attimo: ho girato la testa verso destra e ho visto l’auto. Quando l’ho vista era già quasi all’entrata di via Bagaron. Un fulmine. Ho buttato un attimo l’occhio, poi mi sono gettato sullo scalino del marciapiede, ho detto qualcosa e dietro di me ho sentito un botto». Il colpo del suo amico che veniva preso in pieno dall’auto. «Sono vivo per miracolo, forse ho un angelo custode», continua. «Quando abbiamo iniziato ad attraversare non c’era nessuno, la strada era vuota, altrimenti non saremmo certo passati». Il maestro Liu viveva in Cina assieme a un’italiana, una donna di Udine. «Io ero andato in Cina», racconta ancora, «eravamo diventati amici tramite una conoscenza comune. Lui veniva qui, ci si trovava, si stava assieme. Questi giorni era in ferie, non teneva corsi: andavamo in giro a Venezia, così la sua compagna stava con la sua famiglia e noi stavamo insieme. In questo caso l’occasione era il Capodanno cinese che cade in questi giorni. Era un uomo simpaticissimo, buono, un grande», lo ricorda l’amico, che ancora non riesce a dare una spiegazione a quanto accaduto.
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