Equitalia manda cartelle per 512 mila euro a pensionata

Amaro regalo di Natale dell'agenzia di riscossione a una ottantenne che ha chiuso l'attività da 15 anni
La scritta Equitalia Nord negli uffici degli sportelli per il pubblico di piazza Dante, Genova, 19 settembre. ANSA/LUCA ZENNARO
La scritta Equitalia Nord negli uffici degli sportelli per il pubblico di piazza Dante, Genova, 19 settembre. ANSA/LUCA ZENNARO

VENEZIA. Ben 45 cartelle esattoriali, la prima delle quali risalente al 1988, per un debito complessivo superiore ai 500 mila euro. Quando ha aperto la raccomandata che le ha consegnato il postino, L.B., pensionata veneziana di 80, non poteva credere ai propri occhi. «Ho guardato più volte l’importo», racconta, «e ho chiesto conferma anche a mia figlia. Ho pensato anche a uno scherzo ma poi mi sono sentita male».
 E come darle torto? Nella busta, spedita da Equitalia, la donna si è ritrovata l’elenco di una lunga serie di cartelle esattoriali, provenienti per lo più dell’Inps e della Camera di Commercio, e relativa a un negozio che la pensionata ha gestito in centro storico fino al marzo del 1999, quando ha ceduto l’attività. Ora L.B. si ?è affidata all’ufficio legale dell’Adico, il quale chiederà a Equitalia la cancellazione sia delle cartelle ormai prescritte, sia delle altre perché comunque riferite a una attività chiusa da 15 anni.
«Quando ho aperto la busta di Equitalia», spiega ancora la pensionata veneziana, «sono rimasta di stucco. Mi sono ritrovata una sfilza di cartelle in ordine cronologico: dal 1989 al 2012. Molte sono dell’Inps, le altre della Camera di Commercio. Tutte si riferiscono all’attività che ho gestito fino al 1999. La cifra più bassa fra le 45 elencate è di 350 euro, quella più alta di 102 mila euro. Ho guardato più volte la somma finale, che è di 518 mila euro, e ho sperato fino alla fine di sbagliarmi. Invece poi mia figlia mi ha confermato che si trattava proprio di mezzo milione di euro. E dove posso mai trovarli?».
Per la signora L.P., dunque, non è stato un Natale particolarmente gioioso. Anche se è chiaro che, in ogni caso, la pensionata non potrebbe mai sborsare una somma del genere. «La cosa bizzarra», commenta Carlo Garofolini, presidente dell’Adico, «è che abbiamo invitato la socia a presentarsi da Equitalia per chiedere alcuni documenti e la società di riscossione ha proposto un piano di rateizzazione alla pensionata. Detto questo, la maggior parte della cartelle sono andate in prescrizione, per le altre il nostro ufficio legale chiederà comunque la cancellazione. La cosa assurda di tutta questa faccenda è che la somma richiesta riguarda una attività chiusa da quindici anni. Inutile dire che nel nostro Paese alcuni meccanismi esattoriali non funzionano proprio. In generale, poi, quando passano in mano a Equitalia, gli importi lievitano, mettendo in ginocchio chi sta già vivendo della grandi difficoltà economiche».

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