Epifania, messa blindata metal detector a San Marco

Perquisizioni di polizia e carabinieri all’ingresso della Basilica, vietati gli zaini Il Patriarca: «Sappiamo tutto del web, ma ignoriamo il senso della vita»
Di Nadia De Lazzari

VENEZIA. Nella solennità dell'Epifania un'imponente protezione delle forze dell'ordine ha sorvegliato la Basilica di San Marco. Mentre i fedeli entravano nella Cattedrale per assistere alla solenne celebrazione presieduta dal Patriarca Moraglia (ore 10,30) la Polizia di Stato e i Carabinieri, entrambi muniti di metal detector portatili, perquisivano e vietavano di portare shopper, pacchetti, zaini che venivano consegnati al servizio gratuito di deposito bagagli presso l'Ateneo San Basso. «Sembra di perdere tempo ma questo servizio è importante e rassicurante», ha spiegato un turista che in una borsa di plastica aveva generi di conforto. E alcune eleganti signore veneziane avvicinandosi agli agenti li hanno ringraziati per la presenza. «Infondete tranquillità. Grazie» hanno detto.

La festa religiosa, ispirata all'arrivo dei Magi venuti dall'Oriente e allusivi di vari continenti, è stata al centro dell'omelia del Patriarca che sgomberando il campo dalla pietà popolare e partendo dalla storia e dall'archeologia ha detto che sulle rive dell'Eufrate «si era sviluppata una prestigiosa scuola dove uomini sapienti coltivavano l'astronomia. L'esattezza dei loro calcoli è stata poi confermata anche dalla scienza moderna». Poi il Patriarca ha proseguito: «I Magi umili ma decisi ricercatori dell'Assoluto hanno da insegnarci molto; noi che siamo i figli dell'epoca detta post-cristiana, del pensiero debole e dell'era della tecno-scienza, incapaci o, ancor più, disinteressati di fronte alle domande più vere dell'uomo. Sappiamo tutto circa il web, gli ultimi programmi del computer e i cellulari di ultima generazione ma non siamo più interessati alle domande sul destino dell'uomo, sul senso della vita, su che cosa ci sia dopo la morte ... Dobbiamo riscoprire l'intelligenza e il cuore».

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