Entro l’anno i bandi per la riconversione di Porto Marghera
PORTO MARGHERA. La crisi ha già ridotto drasticamente l’apparato industriale e l’occupazione, a cominciare da Porto Marghera e Murano.
Venezia si è fatta avanti solo all’ultimo momento, più di un anno dopo i comuni italiani come Livorno, Piombino, Trieste, Taranto, Gela, Bagnoli e Termini Imerese che con il sostegno dalle rispettive Regioni hanno chiesto e ottenuto il riconoscimento di area industriali a crisi complessa e in alcuni casi si sono già visti finanziare progetti di riconversione e riqualificazione industriale.
Malgrado il ritardo nelle prossime settimane si svilupperà la complessa procedura che dovrebbe portare, entro la fine dell’anno, alla firma del nuovo “Accordo di Programma per la riconversione e riqualificazione industriale del comune di Venezia” e alla successiva apertura di un apposito bando di manifestazione di interesse.
Il bando permetterà alle aziende di presentare un progetto e ottenere agevolazioni finanziarie fino al 75 % dell'investimento previsto con la supervisione di “Invitalia”, la società del ministero dello Sviluppo Economico che esamina e sostiene le nuove iniziative imprenditoriali che puntano «a rivitalizzare il sistema economico locale e creare nuova occupazione, attraverso progetti di ampliamento, ristrutturazione e delocalizzazione».
Il ministro dello Sviluppo, Calenda, ha firmato il mese scorso il decreto che riconosce lo status di «area di crisi industriale complessa» per il comune di Venezia.
Ora si sta aspettando la firma del decreto di nomina del Gruppo di coordinamento degli enti pubblici, composto da rappresentanti della Regione, del Comune e della Città Metropolitana, l’Autorità di Sistema Portuale e ministeri dell'Ambiente e dello Sviluppo Economico.
Il Gruppo di coordinamento dovrà insediare il Tavolo per la stesura delle linee guida per la riqualificazione-riconversione che integreranno l’Accordo di Programma, previa consultazione di tutte le parti sociali, a cominciare dai sindacati dei lavoratori e dalle associazioni degli imprenditori.
L’Accordo di Programma è la premessa per poter stanziare i fondi che il ministero dello Sviluppo metterà in campo attraverso la legge 181/89 per sostenere i progetti di reindustrializzazione e sviluppo turistico. La legge 181 finanzia programmi di investimento produttivo o programmi per la tutela ambientale, completati da specifici progetti per innovare l’organizzazione.
Gli investimenti dovranno prevedere spese per almeno 1,5 milioni di euro, mentre le agevolazioni finanziarie potranno coprire fino al 75% dell’investimento ammissibile con contributi a fondo perduto in conto impianti, o a fondo perduto alla spesa con un finanziamento agevolato.
Gli interventi che rientreranno nelle direttive dell’Accordo di Programma, potranno riguardare: la realizzazione di nuove unità produttive con soluzioni tecniche, organizzative e/o produttive innovative; l’ampliamento della capacità produttiva di uno stabilimento esistente, la sua riqualificazione o diversificazione del processo produttivo complessivo; la realizzazione di nuove unità produttive o all’ampliamento di unità produttive esistenti che eroghino i servizi alle imprese e attività turistiche; la tutela ambientale oltre le soglie fissate dalla normativa comunitaria vigente; l’ efficienza energetica con impianti di cogenerazione o la produzione di energia da fonti rinnovabili; la realizzazione di attività di riciclaggio e riutilizzo di rifiuti speciali di origine industriale e commerciale.
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