Entrate per 40 milioni, ma 7 non arrivano nelle casse comunali

di Mitia Chiarin
MESTRE. Quindici milioni e 155 mila euro di proventi da sanzioni al Codice della strada, altri sei milioni di proventi dall’accertamento di violazioni di leggi e regolamenti comunali ( settore in cui rientra anche l’abusivismo commerciale). E ancora 8 milioni e 741 mila euro di fitti degli alloggi comunali e un milione e mezzo di canoni per l’occupazione di spazi pubblici e plateatici. Altri 9 milioni e 621 mila euro derivano dai pagamenti versati per i permessi a costruire. Cifre che compongono una parte sostanziosa, di quasi 40 milioni, delle entrate 2012 del Comune di Venezia. Ma un quinto, almeno, non viene incassato. Nel rendiconto di gestione 2012, un corposo dossier del Comune che va ad analizzare la gestione finanziaria ed economico patrimoniale del Comune di Venezia, si trovano le voci dei proventi e del recupero dell’evasione di tributi e multe non pagati. Nel 2012 si sono accertati 817 mila euro di canoni pubblicitari evasi e 4 milioni e 150 mila euro di vecchi importi dell’Ici, imposta comunale sugli immobili, non pagati dai cittadini. Nel caso della vecchia Ici, sostituita dall’Imu, sono partiti già 5.500 avvisi di accertamento. Ma gli importi indicati a bilancio non sono affatto di facile incasso. Dalle multe per divieto di sosta alle sanzioni per l’abusivismo commerciale (3 milioni di euro) o il mancato rispetto dei regolamenti, valore 21 milioni, passando per l’occupazione del suolo pubblico, questi sono importi che vengono iscritti a bilancio ma non vengono mai interamente incassati. Dal 2012 il Comune di Venezia ha dovuto creare un fondo rischi, obbligatorio, per coprire gli eventuali mancati incassi. In sede di rendiconto 2012, il fondo è arrivato a pesare per 6 milioni e 850 mila euro, acccantonati per coprire la prevista morosità. Si scopre, leggendo le carte, che solo il 70% dei canoni pubblicitari accertati vengono pagati; per la vecchia Ici, sostituita dall’Imu, si è arrivati all’80 per cento; per le violazioni ai regolamenti comunali il fondo accantona il 60 per cento delle somme accertate , il che vuol dire 2 milioni e 800 mila euro. Per le violazioni al codice della strada, il 60 per cento dei contravventori paga nei termini, il 20 per cento paga in ritardo e restano da esigere in media tra l’8 e il 10 per cento. Anche per i proventi da impianti sportivi (valore 400 mila euro) il livello di inesigibilità, soldi che rischiano di non entrare mai nelle casse di Ca’ Farsetti, arriva al 25 per cento mentre per gli affitti delle case comunali il tasso è del 4,6 per cento. Infine, per l’occupazione di suolo pubblico si incassa il 45% di media. «Gli effetti negativi della crisi sulla riscossione di sanzioni e tributi non si vedono ancora, non ci sono trend fortemente negativi che ci preoccupino particolarmente», avvisa il vicesindaco e assessore al bilancio Sandro Simionato. «Nel caso dell’abusivismo capita di sanzionare persone che non dichiarano alcun reddito ma non si può generalizzare. Per sopperire all’evasione è stato introdotto il fondo obbligatorio. E ci dovremo preparare entro fine anno anche alle gare per la riscossione dei crediti». Questo perché, spiega Simionato, scade a fine 2013 la ennesima proroga concessa dallo Stato ad Equitalia per la riscossione dei crediti della pubblica amministrazione. «Se non ci saranno decisioni diverse a livello governativo, entro fine anno tutti i Comuni si dovranno preparare alle gare per la gestione del servizio di riscossione crediti. Noi abbiamo già fatto le prime modifiche, come il passaggio ad Insula della riscossione dei fitti nelle case comunali. In futuro si dovrà trovare altre soluzioni. E non sarà di certo semplice».
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