Entra in chiesa e spezza il crocifisso
Da ieri c’è un braccio che penzola dal crocifisso della chiesa di San Geremia, dove sono custodite le spoglie di Santa Lucia. Il palmo resta attaccato alla croce grazie al chiodo, ma il braccio è staccato dal resto del corpo. Un’immagine violenta, di forte impatto, frutto di una colluttazione tra un giovane nordafricano e il sacrestano della chiesa, aiutato da alcuni turisti nel tentativo di bloccare il ragazzo prima dell’arrivo dei carabinieri e della successiva denuncia per danneggiamento.
Un nordafricano. Sono le 10.30 di ieri quando un 24enne originario di Casablanca, Marocco, con permesso di soggiorno in Francia, entra nell'edificio religioso. Indossava un cappello, con sé portava alcuni borsoni, una chitarra e del cibo - una bottiglietta d'acqua, un bicchiere di plastica con anguria a pezzi, una forchettina, un tovagliolo di carta - appoggiati sopra l'ultima panca. Qui il giovane si siede: rimane così per oltre quindici minuti. Nel frattempo osserva i fedeli, i turisti, gli altari, i dipinti, le statue, i crocifissi. Il sacrestano. Il racconto di Sandro Trevisan, 69enne sacrestano, residente alla Giudecca, è preciso, dettagliato. «Mi trovavo sull'altare maggiore» spiega «Stavo pulendo e togliendo la cera. L'ho visto entrare, sedersi e appoggiare il cibo. Lavoravo e lo seguivo con lo sguardo. Non mi sono avvicinato per allontanarlo. Inizialmente quella persona mi ha fatto tenerezza. Ho pensato agli appelli di Papa Francesco sulla misericordia e ai nostri atteggiamenti che devono essere misericordiosi. Non conosciamo le storie del nostro prossimo. Mi sono detto: chissà da quale parte del mondo proviene. Ho pensato alla stanchezza, al caldo, alla disperazione». Successivamente il giovane uomo ha estratto dalla custodia la chitarra e ha strimpellato alcune note. Ed è sparito alla vista del volontario. Ad un tratto Trevisan ha sentito un rumore sordo.
L’allontanamento. Il giovane aveva lasciato le sue cose vicino al banco, attraversato una navata, superato il confessionale diretto all'altare maggiore. Qui il giovane aveva già staccato il gancio d'ottone e gettato a terra la corda di protezione. Trevisan vedendolo improvvisamente là si è subito avvicinato dicendogli: «Guarda che qui non si può accedere». A quel punto il ragazzo ribatte, in italiano: «No, qua c'è qualcosa che non va bene». «No, qui va tutto bene» replica l’uomo. Ma il giovane si sposta e si dirige verso il grande crocifisso posto all'ingresso della chiesa.
Il danno. «Ha iniziato a strattonarlo e toglierlo dal contenitore» racconta «È riuscito a tirare giù il Cristo, che si è spezzato un braccio. Allora gli sono saltato addosso per fermarlo. Immediatamente tre turisti inglesi, due uomini e una donna, hanno realizzato cosa stava succedendo. Altri turisti si sono bloccati dal terrore. Il giovane tirava il Cristo e noi quattro addosso a lui. È stata una lotta. L'abbiamo trascinato e bloccato». Dopo pochi minuti sono giunti i carabinieri che hanno controllato il contenuto dei borsoni e portato in caserma il giovane, dov’è stato poi denunciato per danneggiamento. Il 24enne è stato successivamente accompagnato in ospedale dov’è stato sottoposto a visita psichiatrica.
Vigilanza necessaria. Trevisan ancora scosso dall'accaduto conclude: «Qui spesso ci sono furti di denaro e di candele ma è la prima volta che accade una cosa così violenta. Chiedo che la chiesa venga protetta. Purtroppo bisogna imparare a essere sempre più guardinghi e prudenti».
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