Englaro: «Tutelate i vostri diritti»
MARCON. «Mai trovarsi scoperti, dovete avere le idee ben chiare per andare avanti, così come le avevamo noi». Beppino Englaro, il padre di Eluana, venerdì sera era a Marcon, dove ha partecipato, su invito del sindaco Andrea Follini, a un incontro. Un incontro introdotto dal primo cittadino e dal notaio che in Comune si occupa di ricevere da parte dei cittadini le cosiddette Dat, le dichiarazioni anticipate di trattamento sanitario, in gergo il “testamento biologico”. Ai presenti è stato spiegato quanto ha fatto l’amministrazione e come è possibile prendere appuntamento per depositare le proprie volontà.
Englaro ha raccontato con trasporto la propria toccante vicenda, dal giorno dell’incidente della figlia, ai successivi anni di battaglie per ottenere quello che secondo la famiglia era un diritto e una volontà manifestata da Eluana, ossia lasciare che la natura facesse il suo corso, smettendo dunque le cure. L’invito del papà di Eluana è quello di stare in guardia, di non restare “scoperti”, di mettere per iscritto le proprie volontà. «La possibilità che vi dà il vostro Comune è il massimo che un cittadino si può attendere dalla sua comunità» ha detto Englaro «Eluana è un martire per la libertà, una vittima sacrificale di meccanismi infernali. C’è chi ha evocato l’eutanasia passiva. Quanto abbiamo fatto per noi era l’unica via, la libertà, non la vita senza limiti. La classe politica non ha saputo affrontare il problema, ma la magistratura lo ha fatto. E io sapevo che mi avrebbe riconosciuto un diritto fondamentale. I magistrati sono stati all’altezza del compito, perché non si sono dimostrati servi di nessun potere».
«Quando ho iniziato la mia battaglia» ha aggiunto Englaro «mi sono ritrovato di fronte un clima culturale nel quale i medici avevano il potere di disporre di vita e morte, avevano il potere di condannare a vivere una persona, di negare il diritto fondamentale, quello di lasciare accadere la morte, di bloccarne il processo. Per questo Eluana è rimasta per 15 anni e nove mesi priva di morte e orfana di vita». (m.a.)
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