Emma Thompson, una casa a Venezia: «La sento come la mia città»
VENEZIA «Sento Venezia molto più la “mia città” rispetto a Londra: me ne sono innamorata quando, a 16 anni, sono venuta qui con mia madre, in un piccolissimo appartamento a Santa Croce preso in affitto a pochi soldi da un medico scozzese. Molti anni dopo sono riuscita a comprarlo e ora è restaurato, piccolo e coccolo, il mio rifugio perfetto. A Venezia avete una qualità della vita senza pari, questa città è parte organica della mi anima. È certo: io voglio vivere qui».
Intanto, in attesa di diventare veneziana, Emma Thompson in città gira Effie, la storia del critico d’arte John Ruskin - interpretato dal marito Greg Wise - che ha indissolubilmente legato il proprio nome a Venezia e alle sue «pietre» da salvare, immortalate nei suoi celebri dagherrotipi, che raccontano una città ben diversa da quella patinata del Canaletto. La sua vita viene raccontata attraverso occhi e cuore della moglie - interpretata dalla ex-vampira Dakota Fanning - dalla quale infine Ruskin divorziò, incapace di consumare il matrimonio disgustato dal giovane corpo della donna, accolta poi dalle braccia del pittore John Everett Millais. «Ho voluto questa storia perché è raccontata da una donna», dice la Thompson, che di Effie è la sceneggiatrice, «e perché Ruskin ha la stessa mia passione per Venezia. Girare qui è stato meraviglioso, grazie alle professionalità eccezionali che abbiamo trovato».
Due settimane di riprese nei luoghi-simbolo di Venezia - da piazza San Marco e il Florian al rio dei Miracoli, dal conservatorio a palazzo Pisani Moretta - con Riccardo Scamarcio a prender lezioni di voga per impersonare con Claudia Cardinale gli amici veneziani di Ruskin. Dopo aver girato in Scozia e Inghilterra, fine ciak in settimana, per presentare il film per la vendita al Festival di Cannes, ma con l’obiettivo di essere alla Mostra del Cinema per l’anteprima. E quanto Effie sia anche un atto d’amore dell’intera produzione verso Venezia lo testimonia l’accordo per inaugurare il primo settembre il cinema Rossini, che il Comune sta trasformando in multisala, nella città della Mostra del Cinema con appena due sale sopravvissute solo grazie alla proprietà pubblica.
«Siamo venuti qui per stare 2 giorni e girare gli interni in Lussemburgo», ammette Donald Rosenfeld, produttore con Andreas Road della pellicola, «ma ci siamo trovati così bene che siamo rimasti due settimane: vorremmo girare qui anche gli interni inglesi». Cinema, grandi produzioni di Hollywood o Bollywood, piccoli film vietnamiti, spot di Sky o “corti”. «Il cinema porta lavoro di qualità, per le imprese e i fornitori del territorio, ma ne può portare molto di più», commenta Guido Cerasuolo, di Mestiere Cinema, produttore esecutivo del film. E ricorda che Effie ha lasciato in città 1,5 milioni di euro, tra logistica, suono e luci, macchinisti, scenografie, maestranze e fornitori locali. «Sostegno significa investimenti come quelli della Camera di commercio, gli sgravi fiscali ministeriali del 25% per le produzioni culturali», conclude Cerasuolo, ma anche regole chiare per l’uso del territorio. Le professionalità ci sono, ma servono regole chiare».
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