Emergenza rifiuti, Jesolo vuole lo stato di calamità

Litorale invaso dai detriti dopo le mareggiate, caccia ai contributi chiesti dalla Regione. Intanto nel Basso Piave torna la tranquillità dopo le esondazioni. Resta chiusa solo la conca di Intestadura
Nella foto la spiaggia di Jesolo portati dai fiumi in piena
Nella foto la spiaggia di Jesolo portati dai fiumi in piena
JESOLO. Spiagge coperte dai detriti, Jesolo è la prima a chiedere lo stato di calamità. Dal Consiglio comunale, Fabio Visentin del Pdl ora si rivolge alla Regione per chiedere un contributo a non far gravare sul Comune e gli operatori tutte le spese. Intanto nel Basso Piave torna la tranquillità dopo i giorni delle esondazioni. Resta chiusa solo la conca di Intestadura alla Piave Vecchia, quindi le paratie al varco arginale di Noventa ancora per qualche giorno.


A Jesolo la pulizia della spiaggia preoccupa le istituzioni per i costi a carico del Comune. «Quanto accaduto il primo di novembre nelle province di Verona, Vicenza, Padova, Treviso e Belluno e noto a tutti - spiega Visentin - 121 sono i Comuni colpiti dalla devastazione dell'ondata di maltempo, ma nessuno parla di tutto il materiale spiaggiato che con eventi di tale portata si deposita lungo tutto il litorale jesolano. Visti i proclami del presidente della Regione Luca Zaia e la successiva firma del decreto sullo stato di calamità e aver avviato la richiesta di risarcimento di almeno 100 milioni di euro per i danni provocati in tutto il Veneto a Roma, riteniamo sia doveroso che il sindaco Calzavara e l'amministrazione si attivino affinché anche Jesolo rientri in quei Comuni che potranno beneficiare di un contributo per i costi sostenuti da Alisea Spa per recuperare tutti i detriti lungo l'arenile».


Lungo la costa veneziana si calcola un costo di 1 milione di euro per pulire le spiagge di Cavallino Treporti, Eraclea, Caorle e Bibione. «Si tratta, purtroppo - spiega il Presidente di Alisea Renato Meneghel - dell'ennesimo episodio nel corso del 2010. Dall'inizio dell'anno sono state già smaltite, presso la discarica di «Piave Nuovo», oltre 4.000 tonnellate di rifiuto spiaggiato per un costo complessivo di oltre 700 mila euro, cui andranno ad aggiungersi quelle che verranno raccolte in questi giorni. Un calcolo preciso delle quantità sarà possibile solo al termine delle operazioni di raccolta, ma le stime non sono confortanti».


Il maltempo, le mareggiate e le esondazioni dei fiumi saranno al centro di un convegno organizzato a Caorle mercoledì prossimo alle 15 al centro civico dal Vegal. Una proiezione del Veneto Orientale da qui a 20 anni. Si avvia verso la fase conclusiva il progetto «Futuri Scenari, politiche di sviluppo del Veneto Orientale», promosso da VeGal e dalla Regione. «L'alluvione che ha colpito il Veneto nei giorni scorsi è stata un vero e proprio disastro - dice il presidente di Vegal, Carlo Miollo - nella zona del Veneto Orientale i problemi, creati dal maltempo, evidenziano la necessità di interventi nel sistema di assetto idrologico. Interventi che, a mio avviso, devono essere anche l'occasione per rivalutare tutta l'area del Piave. La storia del nostro territorio racconta, invece, di come nel passato, i nostri avi, siano riusciti ad intervenire sul sistema idrologico in maniera a loro favorevole».

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