Emergenza criminalità tensioni in assemblea
MARTELLAGO. Pronti ad andare in massa in Consiglio comunale e a fare una manifestazione che coinvolga più gente possibile. Dopo quasi tre ore di assemblea sul tema sicurezza, gli oltre 250 partecipanti della serata organizzata mercoledì Al Mattone di Maerne hanno deciso di farsi sentire. Vanno bene le telecamere, il vademecum e l’apertura della caserma dei carabinieri ma la gente crede che per risolvere il problema criminalità non basti solo questo e si debba mettere pressioni agli enti interessati, cambiare le leggi. Di certo c’è preoccupazione. Tanti hanno raccontato di dormire poco e male, c’è chi ha proposto di farsi giustizia da sé, altri che hanno invitato alla calma, di trovare delle idee condivise con il Comune e le forze dell’ordine, così come emerso nel confronto della scorsa settimana con il sindaco Monica Barbiero e nel vertice in Prefettura. Malumori per l’assenza dei rappresentanti della giunta di Martellago, a partire proprio dalla Barbiero, che ha fatto recapitare un messaggio letto all’inizio. In sala anche i rappresentanti del comitato Sos Mestre, con cui nascerà una collaborazione.
In massa. Il primo appuntamento utile per far sentire la propria voce sarà il Consiglio di mercoledì prossimo. In quell’occasione si vuole leggere un documento e chiedere al Comune di essere parte attiva nella vicenda. E la c’è la disponibilità di Barbiero ad ascoltarli. C’è chi ha lanciato l’ipotesi di fare una manifestazione, chiamando a raccolta migliaia di cittadini, per poi andare in municipio. Nel frattempo sono state raccolte oltre 200 firme per chiedere alle autorità una maggiore sicurezza.
Problemi. I cittadini hanno chiesto più illuminazione nelle ore notturne, più pattuglie delle forze dell’ordine, anche della polizia locale. Ma, soprattutto, si sono detti disponibili a essere uniti per farsi forza, a collaborare tra loro, anche se dei presenti hanno rilanciato l’idea delle ronde.
Sindaco. Barbiero ha scelto di non esserci e spiega il motivo in un testo letto all’inizio. «Troppe cose», si legge, «sono emerse in questo periodo perché un mio intervento in un incontro costruito in modo estemporaneo e senza un referente certo, potesse essere proficuo. Ciò non significa che non sia vicino a ognuno di voi e che non condivida le vostre ansie e preoccupazioni».
Alessandro Ragazzo
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