Emergenza Conetta: 14 profughi per strada a Jesolo, altri diretti a Padova

VENEZIA. La marcia dei profughi cambia direzione. Anziché verso Venezia, come è accaduto per i 200 scappati da Cona alcuni giorni fa, gli altri 54 che si sono mossi lunedì da Cona e hanno trascorso la notte a Piove di Sacco. Ma la situazione è ancora in evoluzione: nel pomeriggio di martedì 21 in una cinquantina sono saliti a bordo di un bus noleggiato dal sindacato Usb, in direzione Padova.
Qui sperano di incontrare il sindaco e il prefetto.
Intanto a Jesolo, 14 profughi arrivati venerdì sera - subito dopo - hanno dormito tre notti nella sede della Croce Rossa. Lunedì sono usciti dal centro, rifiutandosi di rientrare e chiedendo di essere ospitati in appartamenti più piccoli, come altri rifugiati.
Sono stati sfamati dalla Cri, ma hanno dormito all'addiaccio, non accettando la soluzione prospettata dal Comune: e si preparano ad un'altra notte per strada.

In una nota della Diocesi di Padova aveva spiegato il "no" all'apertura delle chiese per la marcia dei profughi: "Sono strumentalizzati dai Cobas", ma tarda notte la soluzione transitoria "per motivi umanitari"
Una cinquantina di profughi allontanatisi dal centro di accoglienza di Conetta, dopo le proteste dei giorni scorsi, si sono fermati a Piove di Sacco: "A Cona non torniamo", è la loro richiesta. Potrebbero essere ricollocate in altre situazioni. Tutto dipende da prefettura e forze dell'ordine.
I profughi sono assistiti da alcuni esponenti del sindacato Usb e del "Progetto sconfinamenti" del Bioslab: "Ma noi siamo un gruppo esclusivamente di supporto logistico. Tutte le decisioni sono prese in maniera spontanea dai ragazzi", fanno sapere gli attivi.
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