Emergenza abitativa, tutti i numeri Ora la crisi spinge sui nuovi sfratti

Delle 2.899 persone che beneficiano di contributi economici di aiuto dal Comune di Venezia, nel 2021 si sono contate quasi 500 persone (498) aiutati per fronteggiare il disagio abitativo con contributi, forme di sostegno all’abitare e azioni dei Servizi per fronteggiare i casi di morosità incolpevole. Che significa non pagare affitti o mutui perché il lavoro non c’è più.
Quasi un cittadino su sei tra quelli aiutati, insomma, ha problemi legati al pagamento di mutui o affitti.
L’emergenza abitativa è tornata di attualità dopo lo stop al blocco degli sfratti deciso dalla Corte di Cassazione.
Le procedure di sfratto, ricorda la relazione per l’inaugurazione del nuovo anno giudiziario ha visto un boom negli ultimi anni di casi improvvisi: dalle 195 del 2017 alle 552 rilevate al 30 giugno 2020. Nell’ultimo periodo sono scese a 201.
Le pendenze pesano su procedimenti che durano anni: erano 156 a giugno 2017, 124 a giugno 2020 e 165 a giugno 2021. In aumento pignoramenti e sovra indebitamenti.
Il Comune capoluogo vive una situazione delicata: alla crisi pandemica si è legata la crisi economica, fortissima, dettata dallo stop al turismo, prima economia della città. E senza lavoro, la casa è a rischio. Dopo 18 mesi di blocco i procedimenti riprendono a spron battuto, come ha evidenziato l’Unione Inquilini che di fronte ai primi rinvii dell’ufficiale giudiziario a tre settimane per le procedure di rilascio degli immobili, si appella con gli altri sindacati al Prefetto Zappalorto per un suo intervento urgente per fermare le procedure di sfratto almeno per i soggetti più fragili come gli anziani e quanti non hanno sistemazione alternativa.
La stima, per difetto, è di circa 2 mila sfratti di prossima esecuzione.
Lo scorso dicembre l’Osservatorio civico indipendente, Ocio, ha stimato in circa 5mila le persone che sono in attesa di una casa popolare in Comune di Venezia per effetto delle circa 2.200 richieste per un alloggio di edilizia residenziale pubblica.
Nel 2019 le domande entrate nella graduatoria per una casa Erp sono state oltre 1.300 dalla terraferma e quasi 900 dal centro storico.
Insomma c’è fame di case a prezzi popolari ma verrebbe da dire più in generale a prezzi equi. Agire sulla residenza è fondamentale anche per mettere in campo misure contro lo spopolamento dei centri di Venezia e di Mestre. Assieme al lavoro si chiedono nuove case popolari. Le recenti proteste sulle case di piazza Mercato a Marghera o quelle, private e mai finite, di via Sansovino ne sono un esempio lampante.
Negli ultimi 3-4 mesi gli uffici del Comune hanno garantito cento nuove assegnazioni Erp, spiega l’assessore alla Coesione sociale Simone Venturini, che annuncia per febbraio il bando “Social housing” a Mestre.
Venturini spiega le azioni contro l’allarme sfratti: «Da due anni stiamo viaggiando nell’emergenza, prima sanitaria e poi sociale. Abbiamo stanziato nuove risorse per un piano triennale (5 milioni) perché siamo convinti che la crisi non sia finita e non finirà in primavera con l’arrivo della bella stagione. Continueremo a sostenere le nostre famiglie e i nostri cittadini al massimo delle nostre possibilità. Tutto quello che è nella nostra possibilità sarà riproposto: restauri case e assegnazioni, contributi, mediazioni sugli affitti».
Sullo sfondo, un altro tema allarmante: sempre dai dati dell’Anno giudiziario emerge che la sezione che si occupa di immigrazione e protezione internazionale ha pendenti 5.462 procedimenti (i definiti sono solo 2.403). In una città multietnica, la incertezza sullo status di chi soggiorna complica tutto, anche la ricerca di un fitto regolare. —
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