Elisabetta Ballarin chiede la grazia
CHIOGGIA. E' stata Elisabetta Ballarin, la giovane di origine chioggiotta emigrata in Lombardia con la famiglia e condannata a 23 anni per l’omicidio di Mariangela Pezzotta una delle vittime delle Bestie di Satana, a scrivere e a inviare un mese e mezzo fa la richiesta di grazia al Presidente della Repubblica perché «ha capito i suoi sbagli, si vuole rifare una vita e cancellare quel periodo che appartiene a un passato che non riconosce più». Lo ha spiegato l'avvocato Francesca Cramis, il difensore della giovane.
La richiesta al Capo dello Stato e' stata sottoscritta anche dal sindaco di Brescia, Adriano Paroli e dall'Associazione carcere e territorio alla Presidenza della Repubblica. E non solo. Come ha riferito il legale parecchi sono i pareri favorevoli che la ragazza ha allegato al plico inoltrato al Quirinale: si va dalle persone che l'hanno incontrata nel carcere di Verziano, dove sta scontando la pena e da dove può uscire solo per motivi di studio, a quelli dei docenti dell'Accademia Santa Giulia, dove ha frequentato il triennio per la laurea di primo livello (110 e lode), e ora il biennio specialistico in Grafica e comunicazione. Inoltre, lo scorso gennaio, ha ricevuto, insieme a due compagne, una borsa di studio legata ad un progetto per la creazione di nuovi percorsi didattici nel museo Santa Giulia. «C'è stata molta gente», ha proseguito il legale, «che in questi anni ha imparato ad apprezzarla ed ha speso, quindi, una buona parola per lei».
Elisabetta era figlia del giornalista sportivo Alberto Ballarin, emigrato in Lombardia negli anni Sessanta. La ragazza, che allora aveva 18 anni, era fidanzata di Andrea Volpe, colui che materialmente uccise la Pezzotta. Il fatto avvenne in uno chalet in provincia di Varese di proprietà di Ballarin e anche l’arma usata era del giornalista.
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