Elisa cantante del mondo
Accenti di rock classico senza dimenticare la lezione melodica
STRA. Questo è senza dubbio l'anno di Elisa: un anno che è passato più volte di qua, raccogliendo sempre più fan e voci in coro su pezzi che, tanto in inglese quanto in italiano, rappresentano musicalmente i gusti di tutti, con quegli accenti di rock classico e una lezione melodica che ne dichiara apertamente le origini. Elisa è il frutto artistico dei nostri tempi, dove per stare al passo bisogna saper viaggiare, relazionarsi, imparare le lingue, vivere e lavorare a contatto col mondo, senza però rinunciare alla propria identità e al calore di casa. Le sue sono canzoni che suscitano immagini, fotografano stati d'animo coinvolgenti e, mettendo tutto insieme, non possono che avere successo. In più, la sua genuinità e la sua simpatia, a cui bastano pochissime parole, contribuiscono ad abbattere quegli spazi in genere sempre esistenti tra palco e platea: il pubblico sente di conoscerla e di volerle bene e glielo ricorda ad ogni buona occasione.
Ai concerti di Elisa infatti c'è quasi sempre un clima da festa di classe. Bella anche la prova di umiltà che la cantante ha dato salendo sul palco alle 20.45 per presentare il gruppo spalla padovano dei Pornopilots, selezionati dal concorso «Cornetto Freemusic Audition». La band, visibilmente emozionata dalla cosa e subito dopo dalla vista di 11000 teste a tempo sui colpi di grancassa del loro brano Libera, ha dimostrato professionalità e grinta, citando e rielaborando un rock duro di ispirazione anglosassone (Rolling Stones, Oasis) e californiana (Black Rebel Motorcycle Club), ma riuscendo molto bene anche nel melodico (Seguimi). Cinque i pezzi eseguiti per una mezz'ora di gloria che ci si augura proprio abbia un seguito. In bocca al lupo quindi ai Pornopilots di Ivan Malosso.
Sono le 21.30 quando Elisa dà inizio al suo show, seduta su uno sgabello e suonando la chitarra acustica attorniata da tredici musicisti, in un palco che sembra un giardino tropicale, tante sono le piante che lo decorano. Una bella trovata scenica che a Villa Pisani, visto lo spazio che ha la natura, renderà forse più che altrove. E se la dolce apertura di Beautiful night serve a chiedere attenzione al pubblico che la riceve col classico coro «Sei bellissima», è con le successive Stay, Teach me again («dedicata a tutti i bambini»), Rock your soul e la super hit Eppure sentire che l'artista scatena l'entusiasmo della folla.
The waves è straordinaria esibizione di tecnica vocale, dove ad un certo punto nel ritornello la cantante con un gesto della mano sinistra sembra accompagni la nota su, su e poi la lasci volare, indicandola quando è nel punto più alto. Toccante è la seconda dedica di Questa è una poesia anche per te a una fan che doveva essere al concerto con la madre e che invece ha perso la vita in un incidente. Si diluisce un po' l'emozione quando l'artista scherza in dialetto veneziano: «Fioi, doman 'ndemo al Redentor a vedere i foghi». Il concerto continua così, tra battute («mi sono mangiata un moscerino»), ammiccamenti e intese col pubblico sottopalco e ottime versioni in acustico dei principali successi, che grazie al pieno sonoro non fanno rimpiangere granché l'atmosfera rock originale. Una bella sorpresa è Wild horses degli Stones, provata apposta per questo tour e in cui si mette in mostra anche la voce del corista Massimo Bonano in una parte di duetto. Un solo bis con Luce (Tramonti a nord-est) e tanti ringraziamenti reciproci tra artista e platea.
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