L’imprenditore bengalese Manwar si candida alle amministrative con la lista Venezia è Tua

Clark Manwar, imprenditore nel campo del turismo e della ristorazione in Italia dal 1996, in corsa con la formazione di Ugo Bergamo. Alla scorsa tornata elettorale non era entrato in consiglio comunale per un soffio

Marta Artico
L'imprenditore Clark Manwar
L'imprenditore Clark Manwar

Tra i candidati bengalesi che hanno deciso di scendere in campo e schierarsi, c’è anche Clark Manwar, imprenditore nel campo del turismo e della ristorazione, diviso tra Mestre e centro storico (San Marco e Rialto), specializzato in attività alberghiera e che a breve riaprirà il grande ristorante di via Paruta.

Manwar si era già candidato all’ultima tornata, con la civica Venezia è Tua, conquistando parecchi voti. Non è entrato in consiglio comunale per un soffio. Ma ha già avanzato la volontà di riprovarci, una volta definita la coalizione: «Mi ricandido anche questa volta» spiega «per impegnarmi e portare avanti quanto fatto in questi anni».

Primo studente bengalese della Giulio Cesare, è in Italia dal 1996. «Come Venezia è Tua» spiega il presidente Ugo Bergamo «abbiamo sempre privilegiato una politica della sicurezza basata sulla coesione, sull’integrazione e sulla possibilità di inserire a pieno titolo le comunità straniere nel tessuto sociale ed economico della città, riconoscendo dei diritti che vanno da quelli legati al culto e alla religione, alla residenza, all’istruzione, il vero presupposto per fare delle coesione base di una convivenza utile alla città».

Prosegue: «Manwar si è piazzato secondo nella nostra lista nel consiglio comunale e ha continuato in questi anni a fare un lavoro importante, sostenendo le attività culturali, civili, religiose della comunità. Ha ottenuto il risultato di essere punto di riferimento importante della comunità e sono certo che manterrà questo impegno nella prossima tornata».

Aggiunge: «Adesso tutti scoprono la comunità bengalese, ma bisogna crederci in maniera convinta e non strumentale, non per sfruttarla ma per dare le risposte che la comunità chiede. È facile strappare pochi voti, ma noi proseguiamo nel solco di un lavoro già avanzato per dare a loro un prospettiva di vita dignitosa e alla città una sensazione di maggiore integrazione».

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