Elezioni in Turchia, blitz in aeroporto
Con i passamontagna arcobaleno all’aeroporto Marco Polo per protestare contro l’oppressione turca del primo ministro Recep Tayyip Erdogan nei confronti del popolo curdo. Alla vigilia del voto in Turchia ieri mattina verso le 11 una cinquantina di attivisti dei centri sociali del Nord-Est, arrivati soprattutto dai centri di Marghera, Venezia, Padova e Treviso, indossando i passamontagna arcobaleno, hanno chiuso la biglietteria della Turkish Airlines dell'aeroporto e rallentato le operazioni di imbarco agli sportelli del check-in dove decine di passeggeri diretti in Turchia attraverso Istanbul stavano consegnando i bagagli alle hostess. Il servizio di imbarco non è mai stato del tutto interrotto e i passeggeri sono comunque riusciti a prendere regolarmente il volo, alcuni dei quali di nazionalità turca spiegando agli attivisti che stavano tornando in Turchia proprio per votare contro Erdogan, così da indebolire la sua leadership.
I militanti dei centri sociali prima hanno imbrattato con alcune scritte la parete alle spalle dei check-in e la biglietteria della Turkish Airlines. Poi, tenuti sotto controllo da una ventina di agenti di polizia, hanno fatto avanti e indietro nell’area delle partenze - al secondo piano dello scalo - gridando slogan contro il premier turco. Al grido di «Erdogan terrorista», i giovani hanno voluto ribadire la responsabilità di Erdogan e del suo partito per la repressione delle opposizioni politiche, la complicità con l'Isis in chiave anti-curda e l'accordo che dovrebbe fare con la Commissione Europea per quanto riguarda i migranti. Una protesta organizzata anche per esprimere solidarietà ai rivoluzionari curdi, del Rojava e della Turchia, che subiscono ogni giorno attentati e soprusi da parte delle forze armate turche. La protesta si è conclusa alle 12.30 senza creare problemi al traffico dei passeggeri dello scalo aeroportuale. Va da sé che, gli attivisti, una volta identificati - la polizia ha ripreso la manifestazione con le telecamere, come si usa sempre fare in casi come questi - saranno denunciati per danneggiamento.
In Turchia si torna oggi al voto dopo che opo che a giugno il partito di Erdogan, l’ Akp, non era riuscito per la prima volta dal 2002 a ottenere una maggioranza sufficiente a governare da solo, rifiutando poi ogni forma di coalizione, e portando così il Paese alle elezioni anticipate. E in questi cinque mesi la Turchia ha vissuto un'escalation di violenza e tensioni: dalla strage di Suruc con 33 attivisti filo-curdi uccisi da un kamikaze dell'Isis alla strage di Ankara, il più sanguinoso attentato terroristico della storia turca a 20 giorni dal voto. Nel mezzo le tensioni con i curdi nel Sud-Est del Paese - dal quale Erdogan avrebbe voluto spostare i seggi - La ripresa degli scontri armati con il Pkk.
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