Elezioni comunali, nuova ipotesi slittamento del voto a maggio
VENEZIA. Il segretario metropolitano del Pd, Marco Stradiotto, garantisce che entro due settimane sarà fissata la riunione della direzione provinciale del Pd per definire, come previsto, il programma elettorale e il regolamento delle primarie per scegliere quale sarà il suo candidato a sindaco di Venezia.
I nomi dei candidati e le date restano, però, ancora in alto mare, come è emerso ieri nei corridoi del Palaplip di Mestre, dove si è tenuto il convegno sui porti dell’Alto Adriatico con tutto lo stato maggiore del Pd locale (Stradiotto, Rosteghin, De Menech) e la vicesegretaria nazionale, Debora Serracchiani che ha ripetuto: «Le primarie sono e saranno un punto fermo del Pd per scegliere la sua classe dirigente».
«L’impegno di confrontarsi con la città e il nostro elettorato lo stiamo mantenendo», ha ribadito ieri Stradiotto, precisando però che non è scontato il fatto che si vada alle urne per eleggere il nuovo sindaco a marzo del 2015. A quanto sembra, al Viminale si sta valutando anche la possibilità che l’election day per le elezioni comunali e regionali sia fissato a maggio, posticipando di un mese le elezioni regionali per farle coincidere con quelle comunali che per legge devono tenersi tra aprile e giugno.
Resta dunque da vedere se le primarie si faranno a novembre insieme a quelle per l’elezione del nuovo consiglio e governatore della regione Veneto, oppure se slitteranno a gennaio: lo deciderà, comunque, il direttivo comunale che dovrebbe tenersi entro questo mese. Sta di fatto che, come deciso dall’assemblea nazionale del Pd, le primarie per scegliere il candidato sindaco si debbono fare, ma l’ultima decisione spetta ai direttivi locali che devono decidere le regole procedurali e se si andrà ad una sfida solo tra candidati del Pd o nell’ambito di una coalizione che potrebbe comprendere anche Udc e Rifondazione. Tra le dichiarazioni ufficiose raccolte a margine del convegno del Pd al Palaplip, c’erano anche quelli di chi sospetta che uno slittamento di primarie ed elezioni comunali faccia il gioco di chi non le vuole e pensa di evitarle con una «ammucchiata» del centrosinistra vecchio stile per sconfiggere il candidato del Pd che a tutt’oggi sembra il favorito, cioè il senatore ed ex magistrato Felice Casson. Quest’ultimo, anche ieri, non ha detto esplicitamente di aver intenzione di candidarsi alle primarie, ma ha indirettamente sollecitato la direzione del Pd veneziano «a mettere a punto il regolamento e fissare la data»; solo a quel punto Casson - che non vuole certo ripetere l’esperienza precedente che ha portato alla sfida tra lui e Massimo Cacciari nel 2005 - ufficializzerà la sua candidatura. «Non possiamo perdere altro tempo», ha sottolineato Casson. «A Venezia si stanno prendendo decisioni strategiche di gradissima importanza, come il bilancio, il futuro delle municipalizzate, la crocieristica e il rilancio di Porto Marghera, che non possono esser prese da un tecnico come il commissario prefettizio, senza alcun coinvolgimento della città e senza un consiglio comunale eletto dai cittadini».
L’ex magistrato, in ogni caso, non è l’unico candidato possibile alle primarie e ha ancora contro molti degli avversari interni del 2005 e per questo è molto prudente quando parla della sua possibile ricandidatura per Ca’ Farsetti. In lizza restano anche Pierpaolo Baretta, Jacopo Molina, Nicola Pellicani, Andrea Ferrazzi, Alessandro Maggioni, Maurizio Baratello, Giovanni Pellizato e Alberto Sonino.
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