Elettricista in carcere 12 giorni per mancato cambio di residenza
È rimasto nel carcere di Santa Maria Maggiore per dodici giorni e non ci doveva stare perché era incensurato e soprattutto perché la condanna ad un anno di reclusione che aveva subito avrebbe dovuto essere sospesa grazie alla condizionale. Invece, una semplice dimenticanza, quella di non comunicare il suo cambio di residenza, ha fatto scattare un infernale meccanismo. Questa è la storia di un elettricista veneziano 45enne, che soltanto dopo essere stato arrestato e portato nella casa circondariale lagunare ha potuto nominarsi un difensore di fiducia, l’avvocato Vincenzo Di Stasi, che in pochi giorni è riuscito a far ottenere all’artigiano la libertà.
L’elettricista aveva casa e residenza a Dorsoduro, poi ha deciso assieme alla sua compagna che avrebbero vissuto assieme e si è spostato nell’appartamento di lei a San Polo, ma non ha cambiato residenza, insomma non ha comunicato all’anagrafe comunale che non abitava più a Dorsoduro e che si era trasferito a San Polo. Così, quando sul suo conto sono scattati alcuni accertamenti da parte della Guardia di finanza varie comunicazioni e notifiche sono finite al vecchio indirizzo, quello che risultava ancora agli uffici di Ca’ Farsetti, e sistematicamente tornavano al mittente con la scritta “sconosciuto”. Il procedimento è andato avanti fino alla citazione a giudizio da parte della Procura, che gli ha anche nominato un avvocato d’ufficio, legale che a sua volta ha provato a cercarlo senza ottenere alcun risultato. Alla fine del processo la giudice monocratica Savina Caruso l’ha condannato per frode fiscale a un anno di reclusione senza concedere all’imputato la sospensione condizionale visto anche il comportamento processuale, non si era mai fatto vivo.
Il difensore d’ufficio, che mai era stato contattato non ha presentato appello contro la sentenza di condanna, così la sentenza è diventata definitiva e il suo nome è stato inserito tra i ricercati. Qualche settimana dopo, l’elettricista è stato fermato a un posto di blocco nei pressi dell’aeroporto di Tessera mentre accompagnava in automobile la sua compagna. Una semplice ricerca al computer ha permesso alle forze dell’ordine di appurare che quell’automobilista doveva scontare dodici mesi di carcere e l’elettricista è stato arrestato e accompagnato a Santa Maria Maggiore. A quel punto ha nominato un difensore e l’avvocato Di Stasi ha fatto il suo dovere più in fretta possibile per risparmiare al cliente giorni di galera. Alla fine, la stessa giudice Caruso ha revocato l’ordine di carcerazione e la Corte d’appello ha accolto il ricorso, anche se presentato a termini scaduti ma per un motivo accolto come giustificazione. Si farà un processo di secondo grado e soprattutto l’elettricista è tornato a casa.
Giorgio Cecchetti
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