Edilizia, ancora crisi ma si intravvedono i segnali della ripresa
Gli anni d’oro dell’edilizia che costruiva senza sosta case, condomini, capannoni e centri direzionali - molti dei quali sono rimasti invenduti - sono passati e non torneranno più.
I primi ad esserne convinti, per forza di cose, sono gli stessi imprenditori del settore che per sopravvivere puntano ora a utilizzare gli incentivi del Governo nazionale e regionale, finalizzati al restauro o all’ampliamento, con interventi per ridurre i consumi di energia usata per riscaldamento e la rete elettrica o per produrre in proprio energia rinnovabile e pulita. «I numeri della crisi dell’edilizia restano negativi e drammatici anche nella nostra provincia», spiega l’imprenditore veneziano Paolo Fagherazzi, presidente di Confartigianato Edilizia del Veneto, «ma ci sono anche i primi segnali positivi di un sempre maggiore utilizzo del Piano Casa per ampliamenti o per rendere sostenibili dal punto di vista energetico gli edifici esistenti».
Alla Confartigianato risulta che c’è una media di 700 appartamenti o case costruite negli ultimi anni che restano invendute in ogni comune della nostra provincia. «Negli ultimi anni», continua Fagherazzi, che ha un’impresa edile familiare con sei dipendenti, «ho visto chiudere tante imprese e immobiliari che non riescono a vendere gli alloggi o gli uffici che hanno costruito e tantomeno riescono a trovare privati o enti pubblici interessati a costruire nuovi edifici. La mia impresa ha resistito, ma solo grazie al fatto che abbiamo accettato la scommessa di cambiare il nostro modo di lavorare, con un deciso orientamento al risparmio energetico e alle nuove tecnologie di restauro e costruzione». Il Piano Casa, che la Regione sembra voler rinnovare anche dopo la prevista scadenza di fine anno, pemette infatti di costruire un piano in più o la mansarda sulla casa o già in proprietà fino al 20% in più del volume esistente, o addirittura il 40 o anche il 50% di metratura in più in caso di interventi di ristrutturazione finalizzati al risparmio energetico con pannelli fotovoltaici, impianti solari, geotermici ed eolici, oppure con l’isolamento termico o il cambio caldaia che permettono, inoltre, di recuperare, in sede fiscale, fino al 65 % del costo sostenuto per ridurre i consumi elettrici o cambiare fonte energetica puntando a quelle rinnovabili. La previsione, o meglio la speranza è che entro fine anno si confermino le aspettative positive degli imprenditori edili artigiani che emergono dall’indagine congiunturale promossa dalla Cassa Edile artigiana del Veneto (Ceav) su un campione di 600 imprese di tutta la regione. Proprio da questa indagine risulta che, malgrado tutto, le previsioni del 60% degli imprenditori del settore, per i prossimi sei mesi prevedono una ripresa del mercato delle nuove costruzioni ad uso residenziale. Positive pure le aspettative di una crescita del mercato dell’edilizia non residenziale, privata pubblica; ma è sul fronte delle ristrutturazioni (trainate da Piano Casa e incentivi governativi) che gli imprenditori vedono una «forte potenzialità di crescita per i prossimi sei mesi», seppure è in crescita anche il numero di imprenditori che non vedono alcuna luce, neppure fioca, alla fine del tunnel della crisi dell’edilizia che, come si sa, finisce per scaricarsi anche su tanti altri settori che producono i materiali e tecnologie di costruzione.
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