Edeco, la coop in liquidazione ma i vertici restano nel settore

Il caso dell’ex centro migranti di Cona. Borile e la moglie Felpati a processo a Venezia: «Per noi danno reputazionale». Ora si occupano di accoglienza diffusa con il nuovo soggetto Tuendelee
Un momento delle operazioni conclusive nel centro di accoglienza di Conetta, frazione di Cona (Venezia), per il trasferimento di cento migranti in strutture analoghe in Emilia Romagna, 4 gennaio 2017. ANSA/ ANDREA MEROLA
Un momento delle operazioni conclusive nel centro di accoglienza di Conetta, frazione di Cona (Venezia), per il trasferimento di cento migranti in strutture analoghe in Emilia Romagna, 4 gennaio 2017. ANSA/ ANDREA MEROLA

CONA (VENEZIA). Edeco addio. La cooperativa Eco-officina, poi Edeco e infine Per voi cooperativa sociale, è da alcuni giorni in liquidazione anche se i suoi rappresentanti continuano a occuparsi di migranti, con un’operazione di scissione d’impresa che a fine 2019 ha visto nascere la cooperativa Tuendelee.

Edeco non è una cooperativa qualsiasi, ma è la cooperativa che ha gestito il centro per l’accoglienza dei migranti di Cona, l’ex base militare, nella frazione di Conetta, al centro di mille polemiche. L’esempio, per alcuni anni, del fallimento delle politiche dell’accoglienza diffusa con l’ammassarsi di centinaia di migranti nell’ex base, soprattutto tra il 2015 e il 2018 quando, nel dicembre, chiuse il centro che, nei mesi di maggiore tensione, era arrivato a ospitare 1500-1600 persone.

Liquidatore della cooperativa è il padovano Simone Borile che, insieme ad altri rappresentanti della coop, è a processo a Venezia proprio per la gestione del centro. «Era impossibile continuare a lavorare», dice Borile rispondendo sulla scelta di mettere in liquidazione la cooperativa di cui è stato il dominus, «a causa del danno reputazionale che abbiamo subito».



La gestione dell’accoglienza dei migranti a Cona è stata al centro di un’inchiesta della procura di Venezia, coordinata dalle pm Baccaglini e D’Alessandro. Secondo la procura, come è già stato evidenziato nel campo di imputazione, i vertici della cooperativa si adoperarono con «artifici e raggiri consistiti nel dissimulare deliberatamente l’inadempimento contrattuale».

Anzitutto per quanto riguardava il numero di operatori a Cona. Secondo l’accusa in media erano presenti 14 lavoratori in meno rispetto a quelli previsti dal contratto. Ma quando arrivavano le visite ispettive della Prefettura o dell’Usl il numero di operatori lievitava. Bastavano 15 minuti nell’emergenza per far confluire a Cona gli operatori dai centri vicini (tra i quali Bagnoli) gestiti da Edeco. Non a caso queste persone venivano chiamate “i figuranti”. Una carenza di operatori «costante e sistematica».

Qualche esempio: il 4 dicembre 2016, a fronte di 1.448 migranti presenti, il personale (tra diurno e notturno) era di 17 unità contro le 43 previste. Il profitto della truffa stimato per quanto riguarda gli operatori è di 128 mila euro. E poi la gestione dell’aspetto sanitario: dal 10 agosto al 31 dicembre 2016, le ore garantite dal personale medico erano state 733 contro le 1.836 previste nel capitolato, le ore degli infermieri 757 contro 3.672.



«Noi abbiamo fatto un grande sforzo per garantire la gestione del centro», commenta Borile, «saranno i giudici a decidere se ci sono rilievi penali. I parametri sul numero degli operatori rispetto agli ospiti sono sempre stati rispettati sulla base del contratto vigente».

Oltre a Borile sono stati rinviati a giudizio la moglie Sara Felpati e gli altri padovano che erano ai vertici della cooperativa, Gaetano Batocchio, Annalisa Carraro, Marco Arboi. Sono accusati di aver certificato il falso sul numero di operatori e personale sanitario in servizio, violando gli obblighi contrattuali e procurandosi un ingiusto profitto per oltre 200 mila euro, e di aver concordato con l’ex prefetto Domenico Cuttaia - anch’egli a dibattimento - e i funzionari le visite al centro, per far apparire tutto in regola.

Nel frattempo, grazie a una scissione d’impresa che a fine 2019 ha visto nascere la cooperativa Tuendelee (inizio attività dicembre 2019, attività prevalente: pulizia di edifici) i protagonisti di Edeco continuano a occuparsi di accoglienza dei migranti, con l’accoglienza diffusa. Annalisa Carraro è vicepresidente del Cda di Tuendelee, mentre Sara Felpati è consigliera. Accoglienza diffusa in alcuni comuni del Padovano. Borile: «Non c’è e non c’è mai stata nessuna interdittiva nei nostri confronti, sono gli amministratori locali a valutare il nostro lavoro». —
 

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