Ecco tutti i discorsi di Napolitano per la buona politica
«La rielezione di Giorgio Napolitano alla presidenza della Repubblica politicamente è una dichiarazione di stato di eccezione: il suo discorso al Parlamento ha inteso avvisare i partiti. “Se non farete nulla, io non ci sto”. Un messaggio dalla potenza inaudita. Ma vi pare che le cose siano cambiate?». Massimo Cacciari riconferma il suo giudizio fortemente negativo sulla situazione politica nazionale alla presentazione de “I discorsi veneziani di Giorgio Napolitano”, volume curato da Nicola Pellicani, con prefazione dell’ex sindaco, filosofo e presidente della Fondazione Pellicani che ha curato il volume per la collana “Tempi” di Marsilio Editore. Cacciari ha dialogato con Cesare De Michelis e Giuseppe Zaccaria sui discorsi tenuti a Venezia e Mestre dal presidente della Repubblica, in particolare quelli del 2008 e del 2012. Discorsi attualissimi, parole che sono ritornate nel suo discorso di insediamento per il secondo mandato. Cacciari ci legge l’ennesimo pressante invito ad evolvere la Costituzione, nel segno delle riforme, ma, ammette, «i riformisti in Italia non hanno mai raggiunto posizioni di potere attraverso i partiti ma solo con singoli esponenti come il presidente». Alla forte critica alla politica italiana del filosofo risponde Cesare De Michelis nel segno della speranza.
«Se l’immagine di uno sconfitto è quella del comandante che sfida i marosi per portare in porto la sua nave allora io sto con gli sconfitti. Per Napolitano la politica è l’arte del governo» e nell’ottica che un «governo serve per unire e non per dividere», De Michelis spiega: «Non sarà molto ma questo governo è nato» e gli applausi dei parlamentari al discorso di insediamento, continua, «ci sono stati perché fino a dieci minuti prima si sentivano morti e poi finalmente hanno scoperto di essere vivi».
La freschezza dell’attualità e la capacità di incidere sugli eventi nazionali sono per Giuseppe Zaccaria i tratti distintivi dei discorsi del presidente riconfermato. «Nel suo discorso di insediamento leggo una critica durissima, l’evidenza del male profondo di cui parla Cacciari perché è evidente che dalla caduta del muro di Berlino una intera generazione è passata senza riforme per realizzare un paese davvero moderno. Ma anche De Michelis ha ragione quando legge nel legame tra i vari discorsi il filo rosso della buona politica, fatta di alleanze e mediazione». Un presidenzialismo, quello di Napolitano, per Zaccaria definibile come “coatto” per un presidente che ricorda a tutti che «non c’è democrazia senza partiti».
Le riforme sono urgenti ma anche il federalismo alla Silvio Trentin è tema che va riproposto nell’agenda politica nazionale. A fare gli onori di casa, il presidente della Fondazione di Venezia Giuliano Segre che ha aperto alla città lo spazio M9 di via Poerio. Novemila metri quadri dedicati a incontri ed eventi, a fianco del futuro cantiere del museo. La sala si è riempita di gente. La gara per il nuovo M9 partirà tra una ventina di giorni e a febbraio 2014 il via alle ruspe della costruzione. Nei vecchi depositi di Upim divenuti poi i magazzini dell’Urbanistica regionale ora è aperto uno spazio che Segre vuole aperto alla città per far conoscere il progetto del museo del Novecento, 22 mila metri quadri «pensati come luogo di riferimento per e su Mestre come espressione delle trasformazioni del Novecento».
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