Ecco l’ultimo cassone del Mose. Ma funzionerà solo fra tre anni

Si conclude con la posa dell’ultimo cassone la contestata opera che dovrebbe proteggere Venezia e la sua laguna dall’acqua alta. Ultimi lavori a Malamocco

VENEZIA. Ormai ci siamo, anche l’ultimo cassone delle dighe mobili del Mose è alloggiato nelle trincee sotto acqua a Malamocco, come è già stato fatto alle bocche di porto del Lido e di Chioggia. Il lavoro di affondamento e posizionamento dei cassoni è iniziato il 27 maggio del 2012 e ci è voluto circa un anno e mezzo per chiudere tutte le schiere alle tre bocche di porto della laguna di Venezia.

E proprio in queste ore la «bocca di porto di Malamocco Sarti è interessata dai lavori di posa in opera del nono e ultimo cassone di spalla MN-S02 del Mose per la difesa di Venezia e della laguna dalle acque alte, costituita da schiere di paratoie mobili a scomparsa, poste alle tre bocche di porto».

I cassoni - fa sapere il concessionario unico, Consorzio Venezia Nuova - oltre alle paratoie, ospitano le cerniere e gli impianti per il funzionamento delle dighe mobili. Una volta agganciati l’uno all’altro, sotto il livello del mare, vengono collegati tra loro in modo da formare un lungo tunnel (circa 400 metri) per consentire il lavoro di gestione delle cerniere, di monitoraggio e manutenzione generale.

Ma nonostante i tempi «rispettati al secondo» - dicono i tecnici - serviranno altri due anni per la consegna dell'opera allo Stato, e ben tre (novembre 2017) perchè le paratoie si alzino contro le acque alte.

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