Ecco l’elisuperficie del Civile

Realizzata sul tetto dello Jona, padiglione pronto a settembre. Zaia: «Sanità veneziana, una priorità»
Di Vera Mantengoli
INTERPRESS/GF.TAGLIAPIETRA- LUCA ZAIA E GIUSEPPE DAL BEN HANNO PRESENTATO ALLA STAMPA L'ELISUPERFICE DEL PADIGLIONE JONA
INTERPRESS/GF.TAGLIAPIETRA- LUCA ZAIA E GIUSEPPE DAL BEN HANNO PRESENTATO ALLA STAMPA L'ELISUPERFICE DEL PADIGLIONE JONA

«Freddo, caldo, mani sempre rovinate e continua esposizione al pericolo. Non è un lavoro facile il vostro». Ha tessuto subito le lodi dei soccorritori del Suem il presidente Luca Zaia, giunto a Venezia ieri per inaugurare l’elisuperficie affacciata sulle Fondamenta Nuove, di fronte al cimitero di San Michele. Circondato dai soccorritori in divisa, in piedi lungo il perimetro della struttura, Zaia ha ribadito quanto importante sia per lui avere a Venezia la massima efficienza a livello sanitario: «Non possiamo permetterci di sbagliare», ha sostenuto il governatore, dipingendo con una rossa pennellata l’ultima parte del simbolo H posto al centro del luogo di atterraggio, «e qui a Venezia ancora di più perché è una vetrina internazionale. Dimostriamo a chi crede che la sanità veneziana sia stata dimenticata che invece investiamo su nuove macchine e che una città come questa potrà finalmente dire di avere un servizio di elisoccorso. Dal Ben è venuto qui per fare un elettroshock alla sanità veneziana e come si vede sta funzionando». La piattaforma per gli elicotteri è ubicata a 30 metri da terra, proprio sul tetto del Padiglione Jona che sarà ultimato entro settembre e ospiterà ostetricia, ginecologia e una parte medica per un totale di 200 posti letto, provenienti dall’area monumentale. I lavori stanno procedendo a ritmo serrato, con una media di 140 - 150 operai per portare a compimento una struttura di ben sei piani: «Abbiamo iniziato a gennaio dell’anno scorso», precisa il direttore Giuseppe Dal Ben, «e stiamo facendo il più veloce possibile». La vecchia struttura, un tempo convento domenicano del 1400, verrà restaurata per poi essere adibita a foresteria, struttura intermedia e ospedale di comunità. Per adesso, un accenno della nuova tecnologia si può vedere dalla piattaforma del diametro di 26 metri, realizzata in alluminio e sostenuta da travi reticolari disponibile per elicotteri con un ingombro non superiore a 17,10 metri e capacità di reggere fino a 26 mila chili. Qui potranno atterrare elicotteri per il soccorso, ma anche quelli della Polizia e dei Vigili del Fuoco. Proprio perché a Venezia è vietato sorvolare la città, i corridoi di approdo e decollo non seguono la direzione dei venti dominanti, ma sono orientati in direzione Nord Ovest – Est. Per adesso la struttura è pronta, mancano infatti solo i collaudi dell’Enac per le ultime verifiche e il rilascio dei permessi, ma Zaia ha assicurato che in caso di urgenze potrà essere comunque utilizzato. L’elicottero preso come riferimento è l’AB412, il più grande in uso per l’elisoccorso. «Stiamo dando a Venezia l’ospedale che si merita», ha ribadito Dal Ben – e faremo lo stesso al Lido dove puntiamo a creare un polo sociosanitario e una struttura intermedia nel monoblocco». In attesa della riorganizzazione delle schede ospedaliere, il direttore dell’Asl 12 ha spiegato anche come dovrebbe essere il sistema in futuro: ricovero gratuito, ospedale di comunità fino a 30 giorni per poi invece passare a pagamento con una quota sanitaria e una alberghiera, a seconda delle possibilità del paziente, come già avviene.

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