Ecco il sogno “proibito” di Korablin. Ma a Nizza è già realtà

Calcio. Delegazione veneziana all’inaugurazione dell’Allianz Riviera. Gazzoli: «Stadio bellissimo fatto in tempi stretti, deve essere il nostro modello»

MESTRE. Un’aquila gigantesca, simbolo del club, a volteggiare sopra le tribune per poi planare velocemente in mezzo al campo. Quindi il presidente Jean-Pierrel Rivere a dar vita allo spettacolo di fumogeni bianchi con le tribune dell’impianto, denominate Garibaldi, Ray, Ségurane e Sud, tappezzate di rossonero: l’Allianz Riviera di Nizza non è più un sogno, ma una realtà. Il sogno di Yury Korablin, presidente del Venezia, è invece di creare a Tessera uno stadio simile all’Allianz Riviera.

Non per niente il numero uno arancioneroverde, accompagnato da Carlo Trevisan e Andrea Gazzoli, oltre agli assessori Ferrazzi e Maggioni, ha partecipato domenica pomeriggio all’inaugurazione dello stadio, dove il Nizza ha cominciato bene battento (4-0) il Valenciennes, docile invitato alla festa. Capienza modulare per ospitare partite di calcio (35.624), di rugby (34.615, Tolone-Clermont Auvergne il 5 ottobre) o concerti (44.624), 44 box che possono ospitare dalle 12 alle 18 persone, 7000 metri quadrati di spazi ricettivi, 16.000 metri quadrati di pannelli fotovoltaici , un Museo Nazionale dello Sport di 5000 metri quadrati. Attorno una serie di attività che renderebbe l’area e lo stadio per 365 giorni all’anno.

Cantiere aperto il 1° agosto 2011, dopo che il 10 febbraio era stato firmato l’accordo tra il comune di Nizza e la società Nice Eco Stadium, punto finale di un iter burocratico avviato meno di due anni prima, il 18 dicembre 2009, quando il comune nizzardo lancio il bando. La realizzazione dell’Allianz Riviera ha visto impegnati anche 1000 operai insieme nel momento di maggior attività con 9.000 tonnellate d’acciaio e 80 mila metri cubi di cemento impiegati, il manto erboso è stato sistemato il 5 agosto. Il costo complessivo dell’opera è stato di 245 milioni di euro. «Il nuovo stadio di Nizza», spiega il diesse Gazzoli, «è un passo in avanti anche rispetto allo Juventus Stadium.

Sul piano organizzativo i francesi sono stati davvero molto bravi, e non mi riferisco solo alla cerimonia d’apertura. In due anni hanno aperto il cantiere e ultimato l’impianto». Uno stadio da prendere come esempio. «Il modello per Tessera ormai è quello, anche se le situazioni a livello urbanistico e istituzionale sono diverse. Come è diverso il caso dello Juventus Stadium, la società è proprietaria dell’impianto, ma prima ha dovuto riqualificare la zona dove sorgeva il Delle Alpi. A Nizza, non molti anni fa, la spinta è venuto dal pubblico e non dal privato, l’amministrazione ha fatto un bando e chi l’ha vinto ha avuto le “chiavi” per predisporre il progetto».

Uno stadio vicino all’aeroporto, come sarebbe quello che è nei sogni di Korablin. «Anche a Nizza l’aeroporto è vicino al mare, lì c’è anche un fiume, è stata riqualificata un’intera zona. Nizza è il modello su cui potersi ispirare per la Venice Green Arena». Mentre in Europa cominciano a proliferare gli stadi di “nuova generazione”, a Venezia la situazione è ancora in una fase di stallo, nonostante ci sia la volontà di un privato di realizzare lo stadio. Gazzoli, Trevisan, Maggioni e Ferrazzi sono rientrati lunedì sera a Mestre, Korablin si è fermato a Nizza per qualche giorno prima di far ritorno a Mosca.

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