Ecco il “decalogo” del Patriarca

I punti di riflessione, su vita, impegno, sesso e testimonianza

SOTTOMARINA. Ecco i “10 punti” affidati durante l’omelia dal patriarca di Venezia Francesco Moraglia come punti di riflessione quotidiana agli oltre tremila ragazzi arrivati a Sottomarina da tutto il Nord per pregare in comunione con Papa Francesco.

«Cari ragazzi, vi lascio alcuni punti di riflessione, affinché la vostra vita divenga sempre più, tra le vostre mani, il capolavoro di Dio. Innanzitutto:

Vi chiedo di fondare la vostra vita in Cristo e solo su di Lui;

vi chiedo di considerare la vita come il tempo delle scelte; non abbiate paura delle scelte definitive, sono le poche che vi fanno realmente crescere o vi rendono felici;

vi chiedo di scoprire il progetto che Dio ha su di voi, attraverso il silenzio e la preghiera;

vi chiedo di sapervi aprire, nella vostra quotidianità, ad una reale visione di fede; vi riconcilierete con voi stessi, con gli altri, tornerete ad amare e a sentirvi amati;

vi chiedo di avere, da adesso, grande rispetto e delicatezza per la vostra vita affettiva nella quale oggi - nella vostra adolescenza - state giocando la vostra felicità di uomini e donne di domani;

vi chiedo di amare sinceramente la Chiesa, Colei per cui Gesù ha dato se stesso;

vi chiedo di testimoniate la fede presso i vostri coetanei, soprattutto dinanzi a coloro che sono o dicono di essere meno disposti verso Gesù Cristo e il suo Vangelo;

vi chiedo di tornate a pregare ogni giorno, almeno per dieci minuti, incominciando a riscoprire quanto sia importante nella vita l’incontro con Dio;

vi chiedo di guardare con stima la vita dei santi, ossia di coloro che hanno saputo dire Gesù Cristo là dove nessuno voleva sentire pronunciare questo nome;

vi chiedo di riscoprire il sacramento della riconciliazione e la pratica dell’accompagnamento o direzione spirituale perché da qui rinasce la vita del cristiano; troppe volte nella nostra vita pensiamo di poter ricominciare percorrendo altre strade ed ecco il motivo di tante nostre paure e tristezze.

Carissimi giovani, vi saluto con grande affetto e con stima, dicendovi di non sciupare ma di valorizzare, al massimo, il dono della vita al suo inizio. Noi adulti non abbiamo più questo dono, voi sì; siatene consci».

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