Ecco i fenicotteri rosa in laguna, tra Jesolo e Venezia

JESOLO. Fenicotteri rosa come gemme preziose nella laguna di Jesolo. Una foto incantevole di Claudio Vianello ha immortalato i meravigliosi volatili riuniti in un gruppo di centinaia di esemplari che hanno formato una meraviglioso diadema in mezzo all’acqua placida della laguna. È, quella scattata dal documentarista jesolano, una delle più belle foto di Natale, quasi un regalo ai tanti appassionati e a chi è rimasto affascinato da questa presenza esotica che sembra così lontana dai colori della nostra fauna e flora autoctone. Una foto che però ha anche fatto discutere, soprattutto negli ambienti degli animalisti che hanno criticato le modalità con cui è stata scattata, attraverso un drone che si è alzato sopra la colonia di fenicotteri.
La Lipu, lega italiana protezione uccelli, con il delegato sandonatese Roberto Bartoloni, ha subito evidenziato che una simile foto scattata con i droni è causa di turbamento tra i volatili che non sanno spiegarsi una simile intrusiva presenza sopra le loro teste. «Purtroppo queste foto scattate con i droni», spiega il delegato Lipu, «impauriscono notevolmente i fenicotteri che, infatti, si nota come siano turbati e pronti ad alzarsi in volo per fuggire o difendersi». La presenza dei fenicotteri nella laguna Nord tra Venezia e Jesolo è ormai consolidata e ci sono circa 10.200 esemplari. Inizialmente erano localizzati nel nord Africa, in particolare in Tunisia, poi si sono spostati tra la Sardegna e la Camargue in Francia. Da una quindicina di anni sono arrivati anche nella laguna nord di Venezia, tra Jesolo, Lio Piccolo e poi anche in alcune zone vicino a Mira.
«La loro presenza sul nostro territorio è davvero affascinante», conclude Bartoloni, «qui hanno trovato il loro habitat ideale e si sono fermati nidificando in alcune zone ben precise. Evidentemente ci sono tutte le condizioni necessarie per il loro ciclo vitale e soprattutto trovano facilmente il cibo. Ma sottolineamo allo stesso tempo che devono essere lasciati tranquilli e in pace nel loro ambiente e queste foto con i droni potrebbero innervosirli e indurli a fuggire». —
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