«Ecco com’è cambiata Sant’Elena in trent’anni»
VENEZIA. Ha dedicato gran parte della sua vita a curare gli abitanti di Sant’Elena, ma dal primo giorno di dicembre la dottoressa Margherita Voltolina andrà in pensione. Dal 17 aprile 1983, giorno in cui prese incarico sull’isola, sono passati oltre 33 anni e migliaia di pazienti sono stati visitati nel suo ambulatorio, sono cambiati i tempi e anche il modo di curarsi o chiedere le cure. «È cambiata proprio la domanda di salute da parte dei pazienti», racconta il medico di famiglia. «All’epoca eravamo in quattro in servizio sull’isola e c’era anche un pediatra, poi con lo spopolamento della città sono rimasta la sola, ma grazie all’Asl 12 è stata istituita una zona carente speciale, così da garantire il proseguo dell’attività».
Dal primo dicembre subentrerà a Margherita Voltolina la dottoressa Patrizia Dacchille, che assicurerà l’assistenza agli oltre 1.200 pazienti dell’isola e della zona di Castello est. «Saranno in buone mani perché è una collega giovane ma molto preparata», aggiunge la dottoressa Voltolina. «In questi tre ultimi decenni ho visto cambiare le famiglie con i nuclei che si sono ridotti all’osso, e così sono rimasti quasi solo gli anziani, magari assistiti da una badante ucraina o moldava. I bambini a Sant’Elena sono pochi, ma è tutta la città a essere cambiata. Spesso al mattino ricevo gli anziani per una visita, poi al pomeriggio mi chiamano i loro figli adulti da fuori Venezia per sapere come stanno. Ti senti davvero parte delle famiglie stesse, ed è un ruolo molto prezioso quello di noi medici».
Con il passare degli anni sono aumentate le presenze straniere, ed è sorto il problema della lingua, così come il numero di turisti che negli alberghi dell’isola ha bisogno magari di cure. «A Sant’Elena sono molti e spesso si fa fatica a dialogare e a capire le loro esigenze. Le badanti arrivano dall’Est Europa, poi ci sono tanti asiatici, e non dimentichiamoci profughi o immigrati tra chi è assistito al Buon Pastore. Invecchiando invece la popolazione locale, sono aumentate anche le malattie. Penso a certe persone che una volta avevano solo un tumore. Ora ne capitano alcune alle quali nel corso della vita ne diagnosticano tre diversi. La necessità è però quella di assistere bene anche le fasce intermedie di età. Fanno una vita frenetica, hanno sempre meno tempo libero e a volte si trascurano. Per loro avevo istituito perfino visite su appuntamento».
Tema vaccini, quanto mai sensibile per la dottoressa Voltolina in questo momento. «Le categorie a rischio le ho sempre esortate a fare quello per l’influenza e devo dire che la risposta nel mio ambulatorio è sempre stata ottima. Per quelli pediatrici dico che servono. Ho lavorato a lungo anche nella medicina scolastica e li ho sempre consigliati, ma vedo che ultimamente alcune famiglie vanno in senso opposto».
Veneziana doc, nata alle Fondamenta Nuove 63 anni fa, dopo essersi spostata con la famiglia a Mestre la dottoressa Voltolina è tornata in centro storico appena ha potuto. «Al giorno d’oggi serve tanta sensibilità per capire le esigenze di tutti», conclude. «Mi sento però di dire che in questi tanti anni di attività ho sempre lavorato con grande passione. Sinceramente, sono molto emozionata in questi giorni al pensiero di lasciare. Saluto quindi con grande affetto tutti i miei pazienti, consapevole di aver fatto un pezzo di cammino insieme a loro. In questi ultimi mesi ho perfino rinunciato alle ferie, perché sapevo che sarebbero stati gli ultimi in servizio attivo per stare vicina alle persone che curo da molti anni. Ma la dottoressa Dacchille, veneziana come me, sento che saprà dare continuità al mio lavoro».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia