Eccezionale avvistamento nella laguna di Venezia di una Tartaruga Liuto

Lo segnala il Wwf: "Si tratta di un esemplare di grandi dimensioni, un metro , che di solito non vive in queste acque"
Una tartaruga liuto
Una tartaruga liuto

VENEZIA. L'allerta della Capitaneria di porto di Venezia, era dei giorni scorsi, con l'invito ai naviganti a tenere gli occhi ben aperti quando incrociavano nel bacino tra Sant'Elena e il Lido per evitare di travolgere una testuggine marina, che era stata segnalata.

E proprio la notte del Redentore, la rara segnalazione sulla presenza di una Tartaruga Liuto, in corrispondenza della Bocca di Porto degli Alberoni, in prossimità del Terminal Petrolifero di S.Leonardo, sul Canale Malamocco-Marghera.

"Secondo il primo avvistamento l’animale segnalato sembrava una foca monaca (che per abitudini è un animale più elusivo)", si legge in una nota del Wwf e dell'Oasid egli Alberoni, "ma una successiva descrizione dell’animale, soprattutto la colorazione nera del dorso, la forma e il modo caratteristico di uscire dall’acqua per respirare, hanno fatto propendere sempre più per una tartaruga". Poi è arrivata anche la foto scattata da Luca Marinato.

Un avvistamento ritenuto eccezionale.

"Si tratta dii un esemplare di grandi dimensioni, circa 1 metro di carapace, di tartaruga liuto (Dermochelys coriacea)", proseguono gli esperti, "tartaruga marina assai rara nell’Alto Adriatico. Questa tartaruga non si riproduce nel Mediterraneo e frequenta soprattutto gli Oceani. La sua dieta nella fase adulta è costituita soprattutto da meduse ed è quindi molto sensibile all’inquinamento marino anche per l’ingestione di plastica e sacchetti galleggianti che può scambiare per meduse".

“Chiediamo se ci fossero ulteriori avvistamenti di avvisare il numero WWF di Pronto Intervento dell’Oasi WWF Dune degli Alberoni (al Lido di Venezia) 348.2686472 che fa da riferimento regionale per le tartarughe marine – sottolinea Paolo Perlasca coordinatore del programmaWWF Italia sulle tartarughe marine sul litorale veneto – e in ogni caso si raccomanda di tenersia debita distanza da questi animali e di avvisare la Capitaneria di Porto o il WWF. L’impatto con un’imbarcazione e soprattutto con l’elica, nel momento in cui questi rettili emergono per respirare, può causare danni gravissimi al carapace e agli organi interni, come già successo anche recentemente in laguna nord. Servirebbero maggiori controlli e più rispetto dei limiti di velocità da parte di tutti diportisti nei canali interni alla Laguna, anche quelli portuali (dove più frequenti sono gli avvistamenti di
tartarughe marine che entrano dal Mare Adriatico) perché le conseguenze - oltre ai problemi di sicurezza della navigazione – possono essere anche danni evidenti all’ambiente e agli animali che ci vivono, a causa del traffico acqueo sempre maggiore e del moto ondoso”.

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