Ebola, l'aeroporto "Marco Polo" crocevia dei soldati Usa dalla Liberia

Altri 87 militari in arrivo a Venezia diretti alla base di Vicenza per la quarantena. I primi 11 già in isolamento nella caserma.Per il Pentagono si  tratta di una precauzione, ma in Veneto c'è paura. Cancellata la festa di Halloween. M5S e Zaia: "Tornino a casa loro"
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Un momento della videoconferenza del Generale Darryl Williams, comandante della US ARMY AFRICA, che si trova in quarantena insieme ad altri dieci commilitoni all'interno della Caserma EDERLE per il rischio di contagio da Ebola dopo il rientro dalla missione condotta dalla sua unità in Liberia, Vicenza, 28 Ottobre 2014. ANSA/ CLAUDIO MARTINELLI
Un momento della videoconferenza del Generale Darryl Williams, comandante della US ARMY AFRICA, che si trova in quarantena insieme ad altri dieci commilitoni all'interno della Caserma EDERLE per il rischio di contagio da Ebola dopo il rientro dalla missione condotta dalla sua unità in Liberia, Vicenza, 28 Ottobre 2014. ANSA/ CLAUDIO MARTINELLI

VENEZIA. L'aeroporto internazionale "Marco Polo" di Tessera è il crocevia delle truppe americane di ritorno dalla Libera e destinate alla quarantena in un reparto d'isolamento della base americana di Vicenza.

A spiegarlo è stato lo stesso maggiore generale Darryl Williams, in una videoconferenza dal reparte di quarantena dov'è isolato assieme ad altri 11 soldati. Sono i primi di un contingente più vasto che farà la quanrantena per accertare che non sono stati infettati dal virus Ebola al ritorno dalla loro missione in Liberia, proprio a supporto della lotta contro l'epidemia che sta affliggendo l'Africa Occidentale.

Nei prossimi giorni sono in arrivo a Vicenza altri 87 soldati americani reduci dalla Liberia, che verranno messi in siolamento nella base aerea della città berica per 21 giorni assieme agli altri undici soldati statunitensi. La Liberia è uno dei tre Paesi dell’Africa occidentale maggiormente colpiti dall’epimedia del virus. . Secondo la Cnn i soldati dovranno rimanere isolati nella base militare americana per 21 giorni, dove saranno monitorati, senza possibilità di contatto con la famiglie. Il Pentagono sostiene che si tratta di una precauzione.

Atterrati al "Marco Polo" di Tessera. Il generale Williams ha spiegato che i militari sono giunti dalla Liberia in Italia via Monrovia, con atterraggio prima a Pratica di Mare e quindi all'aeroporto 'Marco Polo' di Venezia, dove sono sbarcati dagli aerei per giungere infine alla base di Vicenza in pullman, guidato da militari americani e sul quale si trovavano in totale 13 persone; gli 11 giunti dalla Liberia piu' due di supporto. Secondo il generale William, che ha parlato in videoconferenza "tutti stanno bene" e l'unica preoccupazione "resta l'eventuale rischio malaria, per il quale - ha aggiunto - stiamo continuando la profilassi". Williams, ad una domanda dei cronisti, ha escluso che un ulteriore militare sia stato trattenuto durante il rientro in Italia per problemi sanitari. "La scelta di farci rientrare a Vicenza è stata dei vertici militari americani, noi abbiamo obbedito a degli ordini", ha spiegato l'alto ufficiale.

Ora i nuovi arrivi. Sarà infatti già domani a Vicenza il primo dei due scaglioni di 87 militari della base Usa  provenienti dalla Liberia. Ne giungerà una quarantina, mentre i restanti raggiungeranno in settimana la caserma.

Confinati. I soldati già rientrati nella base di Vicenza sono confinati negli alloggi, in un'ala separata dal resto della caserma e non possono avere contatti con nessuno, tantomeno con i familiari. Ogni 12 ore sono sottoposti ad un controllo medico che consiste, in questa fase, nella misurazione della temperatura. La procedura, spiegano alla base, è quella contemplata dal memorandum del Pentagono valido per i militari e i civili che lavorano per l'Esercito Usa al rientro da aree a rischio. Si fa notare che si tratta al momento di una prassi assolutamente precauzionale, visto che i soldati in Liberia non avrebbero avuto alcun contatto con la popolazione civile. La missione che li aveva portati in Africa era legata alla messa in opera di infrastrutture sanitarie. Il gen. Williams e gli ufficiali attualmente in isolamento erano stati tutti alloggiati in un albergo. Qualora uno dei militari confinanti nella base manifestasse sintomi che possano far pensare all'Ebola verrà ricoverato nell'ospedale San Bortolo di Vicenza. Il dott. Andrea Todescato, responsabile del settore igiene pubblica dell'Usl 6, ha fatto sapere che i sanitari berici sono pronti ad accogliere, se necessario, i militari, mettendolo loro a disposizione una serie di stanze ad atmosfera modificata rispetto all'esterno per evitare il contagio.

Paura: niente festina di Halloween. I timori sull'Ebola cancellano la festa di Halloween in chiave italiana alla base americana di Vicenza, prevista per il pomeriggio del 31 ottobre. Niente 'dolcetto o scherzetto' per i bambini vicentini che solitamente venivano invitati a entrare nel villaggio in cui risiedono le famiglie dei soldati statunitensi di stanza nel capoluogo berico. I vertici militari Usa hanno annunciato che quest'anno le visite dei piccoli al complesso residenziale, fatto di una sessantina di villette con il prato all'americana costruite a mezzo chilometro di distanza dalla caserma Ederle, non si faranno. L'anno scorso, per questa ricorrenza molto sentita oltreoceano, una delle residenze era stata completamente trasformata per farla diventare la casa dei fantasmi. Il comando Usa della base  ha reso noto che la festa nel villaggio non si svolgerà per le esigenze particolari legate all'impiego in Africa di parte del personale.

Il M5S: rispediteli a casa. “Il Governo rispedisca a Washington tutti i militari statunitensi operativi nella base Usa di Vicenza”: lo chiedono i deputati veneti del Movimento 5 Stelle, che sottolineano la “totale assenza di garanzie da parte delle nostre autorità circa il reale stato di salute degli undici soldati americani rientrati oggi dalla Liberia e tenuti in queste ore in quarantena per il periodo d’incubazione del virus Ebola”. “Allo stato attuale - proseguono i parlamentari e i senatori veneti del Movimento – non disponiamo infatti di nessun’altra informazione al di fuori delle generiche rassicurazioni fornite dalle autorità americane e riportate sommariamente dal sindaco Achille Variati". I deputati chiedono al Governo di intraprendere quanto prima le azioni necessarie affinché gli undici militari siano messi a bordo di un aereo e sottoposti ai controlli sanitari indispensabili nel loro Paese di origine. "Controlli che - concludono i 5 Stelle - riteniamo debbano, in questa fase, essere pertanto estesi anche a tutti gli altri militari Usa presenti nella base e che, per questo, sarebbero potuti entrare in contatto con i soldati rientrati dall'Africa”.

Zaia: Vadano a casa loro. Anche il presidente della giunta regionale, Luca Zaia, perde le staffe: "Confermiamo l'amicizia con gli Stati Uniti, a cui restiamo assolutamente fedeli. Ma riteniamo che sarebbe stato piu' rispettoso far svolgere ai militari rientrati dalla Liberia la quarantena a casa loro e non in Veneto, anche se sono di stanza a Vicenza". "Porro' la questione - ha aggiunto - all'ambasciatore americano e mi auguro che lo faccia anche il Governo, perche' al Veneto tocca porsi il problema per il fatto che altri, a livello nazionale, non se lo pongono". "Anche perche' non so quanti altri militari arriveranno dalle zone a rischio e, fermo restando che sicuramente saranno sani e non abbiano nessun problema, che siamo attrezzati ed in grado di affrontare senza problemi un malato di ebola - ha ripreso Zaia - e' comunque una questione di principio, per rapporti di buon vicinato, non mandare nessuno a fare quarantene in giro per il mondo, come del resto noi non facciamo con i nostri militari. E poi, senza creare allarmismi, un discorso e' la sfortuna, un altro portarsi a casa persone provenienti da Paesi a rischio".

Ambasciata americana: "Nessun contatto con malattia". L'ambasciata americana a Roma ha confermato che un gruppo di soldati americani di rientro dalla Liberia si trova in isolamento nella base Usa di Vicenza, ma ha precisato che «il rischio potenziale di infezione è basso», dal momento che «in Liberia i militari non hanno avuto contatto con persone contagiate dal virus».

Il sindaco Variati: "Nessuno presenta sintomi". «Il Prefetto e le autorità militari americane mi hanno assicurato che tutti i militari tornati dall’Africa sono sani. Nessuno di loro presenta i sintomi dell’ebola. Tutti sono comunque costantemente monitorati, come stabilito dal rigido protocollo ministeriale». Lo afferma il sindaco di Vicenza Achille Variati, nel suo ruolo di autorità sanitaria locale. Il primo cittadino ha quindi aggiunto che tutti i militari rientrati «sono comunque costantemente monitorati, come stabilito dal rigido protocollo ministeriale».

La Regione: "Pronti a collaborare". La Regione Veneto segue con attenzione la situazione dei militari Usa e si dice pronta a collaborare sul piano sanitario, «se l'ambasciata o l'esercito americano» lo richiederanno. Lo precisa l'assessore alla sanità, Luca Coletto, ricordando che la base Setaf è da ritenersi a tutti gli effetti territorio americano. «Siamo disponibili a dare tutto l'aiuto delle nostre strutture mediche altamente specializzate - aggiunge Coletto - a tutela sia dei militari americani di stanza alla base sia dei cittadini veneti che risiedono nella città».

 

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